Italia-Svizzera, parla l’avvocato: un importante impulso per la voluntary disclosure

ACCORDO ITALIA-SVIZZERA – “L’accordo bilaterale definito giovedì 15 gennaio tra i governi di Italia e Svizzera, che impone la fine del segreto bancario, arriva dopo tre anni di trattative”, ricorda l’avvocato Giulia Cipollini, responsabile del dipartimento di diritto tributario dello studio legale Withers. “Il documento”, commenta sempre l’avvocato, “è teso a semplificare e rafforzare lo scambio di informazioni tra i due Stati. Uno scambio che riguarderà notizie e documenti relativi alle imposte di ogni tipo e natura successive alla firma dell’accordo. La richiesta potrà poi riguardare singoli contribuenti come anche gruppi di persone o società in caso di comportamenti ritenuti irregolari e, dunque, elusivi. Si parla in proposito di una distinzione tra scambio ‘automatico di informazioni’ (dall’inizio del 2018 con retroattività al 2014, forse) allo scambio di informazioni ‘su richiesta’ (dal febbraio 2015). Tutto quanto avvenuto prima del 2014, quindi, potrebbe restare non conoscibile. E questo è un aspetto dove sicuramente occorrerà fornire chiarimenti in occasione della effettiva implementazione dell’accordo tra i due paesi”.

DUBBI SUGLI ALTRI PAESI
– “In ogni caso, la Svizzera vuole guardare al futuro e lo fa uscendo finalmente dalla black list, ponendosi anche in linea con le raccomandazioni Ocse. Tale intesa rappresenta, ovviamente, un impulso importantissimo per l’adesione, da parte dei contribuenti che detengono capitali o altri beni nel territorio elvetico, alla nuova procedura italiana di voluntary disclosure (la cui finestra di apertura è ad oggi fissata al settembre 2015). Infatti, per tali contribuenti, si apre adesso la possibilità di evitare il raddoppio delle sanzioni e il raddoppio dei termini dell’accertamento previsto per i paesi inclusi nella lista nera. La firma definitiva è prevista per metà febbraio, in ogni caso prima dello scadere dei 60 giorni previsti dalla normativa sul rientro dei capitali. L’accordo rappresenta, dunque, un passo cruciale nella lotta all’evasione fiscale internazionale. Vicini alla sottoscrizione di tali accordi sembrerebbero, secondo le ultime indiscrezioni, anche Monaco e Liechtenstein. Non parrebbero, invece, in corso di perfezionamento le intese con altri paesi, quali Singapore e Jersey“.

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