Voluntary disclosure, le tasse vengono dimezzate

LA VOLUNTARY ACCELERA – Nuova accelerata per la voluntary disclosure. Secondo quanto riporta Il Messaggero, infatti, grazie all’ultimo tassello introdotto a luglio dal Governo, – una norma sul raddoppio dei termini di accertamento – la procedura per il rientro dei capitali è ora più conveniente e con costi dimezzati. Il Governo si aspetta così una vera e propria impennata per settembre, arrivando a incassare fino a 3 miliardi di euro. La procedura finora, spiega il quotidiano romano, ha dimostrato di non essere molto popolare perché una volta rimpatriati i capitali, le tasse evase vanno comunque pagate, e fino al mese scorso l’erario poteva pretendere importi molto gravosi.

TASSE DIMEZZATE – Cosa cambia quindi con la nuova modifica? Si tratta di un consistente sconto a chi riporta i soldi in Italia. La voluntary non è una sanatoria, perché per regolarizzare i capitali è necessario pagare tutte le tasse evase. L’unico sconto è sulle sanzioni e sugli interessi. Però le tasse vanno pagate solo sui periodi per i quali il Fisco può effettuare accertamenti. Fino a luglio, con le vecchie norme sul raddoppio dei termini, si poteva arrivare fino a 8-10 anni indietro. Con la limitazione introdotta, invece, il Fisco potrà chiedere le tasse arretrate solo degli ultimi 4-5 anni. In pratica il prezzo per far emergere i capitali si è dimezzato. E non finisce qui: si sta ragionando anche sull’idea di prorogare il termine entro il quale poter dare il via alla procedura, magari arrivando a dicembre, alla fine dell’anno.

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