Da Deutsche Bank a Unicredit, le banche europee sono pronte a tagliare

BANCHE EUROPEE ANCORA IN MEZZO AL GUADO – A sette anni di distanza dal crack di Lehman Brothers, quarta banca d’affari americana il cui fallimento, legato a speculazioni sbagliate su mutui “subprime” scatenò la più violenta crisi economico-finanziaria mondiale dagli anni Trenta del ventesimo secolo, le grandi banche europee sembrano ancora a metà del guado. Complice la crisi economica e le ripetute ricapitalizzazioni, che potrebbero non essere del tutto terminate vista la massa di crediti “non performanti” tuttora nelle pieghe dei bilanci, le banche del vecchio continente hanno visto ridursi la già modesta redditività e sembrano sempre più decise a ridurre ulteriormente gli staff.

NUOVI TAGLI IN VISTA PER LE GRANDI BANCHE Deutsche Bank, Barclays Standard Chartered sono indicate come le banche che potrebbero ristrutturarsi in modo più consistente (per il solo istituto tedesco si parla di 8 mila posti a rischio), ma anche UniCredit (che per Reuters potrebbe tagliare fino a 10 mila posti di lavoro, principalmente in Italia, Germania e Austria) e Bnp Paribas stanno studiando come rilanciare la propria attività non escludendo nuove dolorose ristrutturazioni. In media le 10 maggiori banche europee hanno del resto generato lo scorso anno poco più di 401 mila dollari di fatturato per dipendente, segnala l’agenzia Bloomberg, contro gli oltre 507 mila delle prime 6 banche Usa.

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