Poste Italiane, anche il 2016 sarà un anno di evoluzione

UNIT LINKED VISTE IN CRESCITA NEL 2016 – Poste Italiane prevede che nel 2016 la vendita di prodotti finanziari come le unit linked crescerà dopo i primi incoraggianti risultati visti già nel corso del 2015, ma non anticipa alcun target specifico nella conference call con gli analisti tenutasi dopo la chiusura della seduta di Piazza Affari. La parte più consistente del business nei servizi finanziari, fa comunque notare il management di Poste Italiane, si prevede resti ancorato a prodotti tradizionali.

SI PUNTA A TRANSAZIONI SUL WEB E MOBILE – Il gruppo, come ribadito anche nella nota a commento dei risultati 2015, punta a rafforzarsi nel settore del risparmio, “integrando la sua offerta con strumenti di risparmio gestito” oltre allo sviluppo dell’offerta della protezione. Il piano di investimenti prevede “un ulteriore sviluppo dell’offerta di servizi e canali digitali”, per favorire “un’ulteriore crescita delle transazioni sui canali web e mobile”.

PIU’ INVESTIMENTI ALTERNATIVI – Poste Italiane prevede di incrementare gli investimenti alternativi come quelli in fondi infrastrutturali. Nei portafogli del gruppo vi sarà dunque più spazio per l’equity, anche se la percentuale di tale asset class non varierà in maniera significativa rispetto al quadro attuale. L’esposizione ai titoli di stato italiani, in particolare di PosteVita, è pertanto destinata a rimanere elevata in particolare in termini di sensibilità all’andamento degli spread più che ai livelli assoluti di tassi d’interesse.

PER ORA IL 10% IN ANIMA VA BENE – Poste Italiane è infine molto contenta della partnership con Anima Holding, ma al momento non pensa di incrementare la quota del 10,32%, preferendo concentrarsi sul programma di addestramento del personale degli uffici postali, fatto a contatto degli specialisti di Anima, così da poter fornire alla clientela le soluzioni più trasparenti ed efficienti alle loro esigenze di risparmio gestito. Nessuna indicazione è invece giunta riguardo la rete di consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede, sui cui possibili malumori erano circolate voci nelle ultime settimane, anche in relazione a tematiche legate all’inquadramento contrattuale e alle modalità di svolgimento dell’attività di offerta fuori sede.

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