Unicredit ancora penalizzato dall’incertezza

UNICREDIT RESTA IN ALTALENA A MILANO – Unicredit ancora in altalena: dopo aver toccato i minimi degli ultimi quattro anni stamane, a 2,756 euro per azione, a metà giornata il titolo prova a riportandosi a 2,808 euro (-0,21%), avendo anche toccato un massimo intraday di 2,814 euro per azione, con scambi di poco superiori ai 44,2 milioni di pezzi. Stamane gli analisti di Rbc avevano confermato un giudizio di “sector perform” sul titolo, tagliando tuttavia il target price da 5 a 4 euro per azione.

TITOLO SOFFRE INCERTEZZE SU MANAGEMENT E AUMENTO – Da giorni il mercato si interroga su due temi che paiono interconnessi tra loro, un possibile cambio del top management, a partire dall’amministratore delegato Federico Ghizzoni, e l’eventualità di un nuovo aumento di capitale che faccia risalire il Cet1 “fully loaded” calato al 10,85% a fine marzo (contro un target Bce del 10% a fine 2016) e previsto al 12,6% a fine 2018 (contro un 11% fissato dalla Bce per fine 2019). Sullo sfondo il rumor di un possibile arrivo dell’attuale numero uno di Mediobanca, Alberto Nagel, quale successore di Ghizzoni ha riportato d’attualità il tema di una fusione Unicredit-Mediobanca, che però gli analisti di Equita Sim (“hold” con target price di 4,9 euro sul titolo) giudicano “non risolutiva” per quanto riguarda il Cet1 “che aumenterebbe infatti soltanto di 30 punti base dal 10,9% (2016) all’11,2%” e pertanto giudicano avere “basse probabilità di vedere la luce”.

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