Arpe: utile ko, dividendo ok

Matteo Arpe (nella foto) perde redditività del suo gruppo Sator ma difende, sia pur riducendola, la remunerazione agli azionisti. Nei giorni scorsi, infatti, l’assemblea di bilancio che ha approvato il civilistico 2015 ha deliberato di distribuire ai soci oltre 2,4 milioni di cedola (l’anno scorso erano stati 4,9 milioni) pari a 0,07 euro ad azione, attinti per 816 mila euro al profitto dell’esercizio, per 733 mila euro da utili a nuovo e per i restanti 930 mila euro da riserva.

Il nono anno dall’inizio delle attività di Sator, che nel board ha fatto entrare Alberto Capponi e Franco Parasassi, si è chiuso con un utile netto nettamente inferiore ai 6,7 milioni del 2014, che beneficiava dei proventi straordinari di 3,7 milioni relativi alla dismissione dell’investimento in Sator Public Equity Value (Spev) Fund nonché di un maggior dividendo distribuito dalla controllata Sator Capital Limited (Scl). Inoltre nel 2015 i proventi relativi ai servizi prestati a favore di Scl risentono negativamente della sensibile riduzione delle commissioni percepite da quest’ultima nell’attività di gestione del fondo di private equity (che passano da 10 a 5,2 milioni), che l’anno prima beneficiavano di una struttura di calcolo basato sul commitment, oltre che dal lato dei costi, di un accantonamento di 700 mila euro effettuato da Scl in relazione an importi Iva erroneamente calcolati negli esercizi 2012-2014 da parte della società incaricata.

La relazione sulla gestione segnala gli investimenti dello scorso anno in Banzai, Sator Immobiliare Sgr (volto all’integrazione con Aedes Real Estate Sgr), la dismissione di Petrovalves (che ha generato una plusvalenza di 59,4 milioni e ha consentito a Sator Private Equity Fund si distribuire 162 milioni ai limited partners) e l’investimento di 13,8 milioni nella nuova digital bank Tinaba.

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