Amundi, cosa fare col rischio Brexit

BREXIT O BREMAIN – Il 23 giugno i britannici dovranno decidere con un referendum se scegliere la Brexit (cioè uscire dall’Unione Europea) o la Bremain (restare nell’Ue). Per i gestori di Amundi non bisogna però “illudersi che la Bremain spazzerà via tutte le incertezze riguardo al Regno Unito e all’Unione europea”. E non bisogna neppure “banalizzare la questione sostenendo che la Gran Bretagna corre un rischio economico e l’Ue un rischio puramente politico”. La posta in gioco, secondo gli esperti di Amundi, è infatti molto più alta e ci sono molte incognite sulle future relazioni tra Londra e Bruxelles. Tuttavia, “grazie alla presenza delle banche centrali, ai livelli dei tassi e alla volatilità artificialmente bassa, noi non modificheremo radicalmente la nostra asset allocation”, hanno scritto in un commento i gestori di Amundi. Per i portafogli azionari, i gestori della casa d’investimenti preferiscono le azioni dell’Eurozona (pur essendo neutrali su finanziari e sottopesare le utility). Una posizione neutrale c’è invece sulle azioni di Usa e Giappone mentre sono considerate positive le prospettive dei listini dei paesi emergenti con sovrappeso per India, Tailandia, Perù e Filippine.

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