Il Credem si tiene alla larga dai salvataggi, la borsa apprezza

CREDEM EVITA DI FARSI COINVOLGERE NEI SALVATAGGI – Al Credem il ruolo di “salvatore” non interessa, specie quando questo comporta oneri e rischi e il mercato premia questa scelta, col titolo che anche oggi guadagna mezzo punto percentuale e si porta a 6,33 euro (-8% da inizio anno contro il -19% del Ftse Mib e il -42% del Ftse Italia All Share Banks Index. Tenutosi fuori dal fondo Atlante, il Credem sembra intenzionato a non lasciarsi coinvolgere neppure nell’incremento della dotazione del fondo volontario di “salvataggio preventivo” creato dal Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd), la cui assemblea ha approvato un aumento della dotazione da 300 a 700 milioni di euro.

DA INIZIO 2016 ALTRI 4 “SALVATAGGI”, ORA TOCCA A CARICESENA – Risorse che si vorrebbero impiegare per rafforzare il capitale di Cassa di Risparmio di Cesena (che ha da parte sua varato un aumento di capitale sino a un massimo di 280 milioni di euro), dopo aver già risolto le crisi di tre istituti minori da tempo commissariati (Banca Padovana, rilevata dalla Bcc Roma, Banca Irpina, incorporata in Bcc Flumeri, e Banca Brutia, messa in liquidazione coatta amministrativa e poi ceduta a Banca per lo Sviluppo della Cooperazione di Credito), mentre a inizio mese Banca Popolare delle Province Calabre, già in liquidazione coatta amministrativa, è stata rilevata da Banca popolare di Bari.

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