Petroliferi sotto pressione, le major tagliano gli investimenti

ENI RIAVVIA PRODUZIONE KASHAGAN – Notizie in chiaroscuro per il comparto petrolifero italiano: da un lato il numero uno di Eni, Claudio Descalzi, ha confermato che da ottobre sarà riavviata la produzione del maxi-giacimento di Kashagan (che ha già richiesto 16 anni di lavori e investimenti per 50 miliardi di dollari), con una produzione giornaliera di 75 mila barili che sarà innalzata gradualmente per arrivare al picco produttivo tra 4 o 5 mesi, indicato in 370 mila barili al giorno entro un anno dall’avvio della produzione. Secondo alcuni analisti del settore l’obiettivo è peraltro troppo ambizioso e non si andrà oltre quota 154 mila a fine 2017.

NESSUN INTERESSE PER TURKISH STREAM – Descalzi ha poi sottolineato come Eni non sia interessata a partecipare a Turkish Stream, il nuovo gasdotto che nelle intenzioni di Mosca dovrebbe sostituire il progetto South Stream che invece coinvolgeva Eni (e Saipem), frutto di una strategia nata con altri prezzi e preospettive per il mercato del gas, ha sottolineato il manager. Nel frattempo Petrobras, la compagnia petrolifera statale del Brasile ha tagliato con decisione gli investimenti previsti il piano industriale al 2021, portandoli a 74,5 miliardi di dollari, dai 98 miliardi inizialmente annunciati.

PETROBRAS TAGLIA INVESTIMENTI, SAIPEM CADE – Petrobras ridimensionerà in particolare i nuovi progetti di diversificazione dell’attività e cercherà partner per lo sviluppo dei nuovi giacimenti, focalizzandosi sulla riduzione del debito.  Nell’attesa di vedere se la riunione dell’Opec ad Algeri, in calendario per il 27 settembre, porterà a qualche novità, l’effetto di questi annunci è di far calare ulteriormente il prezzo del petrolio Wti che oscilla appena sopra i 43 dollari al barile e quello del petrolio Brent a 45,53 dollari. Di questo stato di cose fanno le spese i titoli del comparto petrolifero quotati a Piazza Affari: Eni perde l’1,73% scivolando sotto i 12,5 euro per azione, Tenaris segna -2,6% a 11,6 euro per azione, mentre Saipem sfiora il 3% di perdita e danza appena al di sopra dei 35 centesimi di euro per azione.

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