Piazza Affari in allungo: brilla Saipem, sottotono Unipol

PIAZZA AFFARI CHIUDE IN ALLUNGO – Nonostante qualche presa di profitto sul finale, per Piazza Affari la giornata odierna è più che positiva, in scia all’ulteriore allungo di Wall Street e dei principali mercati azionari asiatici ed europei dopo la decisione della Federal Reserve di rinviare a dicembre ogni eventuale rialzo dei tassi, in linea con le attese degli investitori che così hanno tre mesi di tempo per vedere se in parallelo torneranno a crescere gli utili aziendali. A fine giornata il Ftse Mib segna +1,76%, mentre il Ftse Italia All-Share guadagna l’1,69% e il Ftse Italia Star chiude a +1,48%.

SAIPEM IN RIPRESA, BENE ANCHE CAMPARI E IL LUSSO – Tra le blue chip italiane brilla Saipem, confortata dal rafforzarsi delle quotazioni del petrolio in scia al parallelo indebolimento del dollaro. Bene anche Campari, grazie ad alcune operazioni di liabilities management, mentre il rinnovato interesse per il comparto del lusso oggi premia Luxottica e Salvatore Ferragamo, come pure Yoox Net a Porter. Tra i pochi titoli in rosso spicca il calo di Unipol (-1,3%), impegnata nelle trattative per arrivare ad una estensione degli accordi di bancassurance con Banco Popolare. Rossi più contenuti colpiscono anche Ubi banca, che pure era partita in rialzo, e Moncler.

BTP, RENDIMENTI IN CALO MA LO SPREAD RESTA STABILE – Gli effetti positivi del rinvio del rialzo dei tassi Usa si fanno sentire anche sul mercato secondario obbligazionario, ma solo in parte. Se in mattinata lo spread tra Btp decennali e Bund di pari durata era sceso all’1,19%, a fine giornata lo stesso ritorna sull’1,28% visto già ieri sera, ma a fronte di un rendimento che cala, per il titolo italiano, dall’1,22% all’1,19%. Come dire che a finire nuovamente in terreno negativo sono i rendimenti sui titoli di stato decennali tedeschi, che l’attesa per la riunione della Federal Reserve aveva riportato poco sopra lo zero nelle scorse sedute. Un problema in più per la Bce, che vede nuovamente restringersi i suoi spazi di manovra, avendo come limite invalicabile l’acquisto di titoli che rendano almeno quanto il tasso di rifinanziamento sulle operazioni principali (pari a -0,4%).

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