Piazza Affari chiude a +1%, grazie ai titoli finanziari e petroliferi

MILANO NONOSTANTE VOCI TAPERING BCE – Per una volta il peso preponderante dei titoli bancari sugli indici di Piazza Affari porta bene al listino di Milano, che in una giornata negativa per le principali borse europee, innervosite dalla prospettiva, peraltro smentita ufficialmente, che la Bce possa iniziare un processo di “tapering” (riduzione degli acquisti mensili di bond sul mercato), chiude in deciso rialzo, con il Ftse Mib a +1,03%, mentre il Ftse Italia All-Share guadagna lo 0,92% e il Ftse Italia Star segna +0,12%.

BANCHE E ASSICURAZIONI TRAINANO IL MERCATO – Scorrendo i titoli a maggiore capitalizzazione della borsa italiana, si notano i rialzi superiori ai 5 punti percentuali di Ubi Banca, Bpm e Bper, ma anche Generali e Unicredit risalgono di oltre 4 punti percentuali a testa. In controtendenza rispetto al clima generalmente positivo termina invece Mps, che cede il 3,93% continuando a risentire dell’incerto sviluppo delle trattative per cedere le quattro “good bank” e delle eventuali ripercussioni che tale vicenda potrà avere sul rafforzamento del capitale dell’istituto senese.

UTILITIES IN ROSSO, BENE I PETROLIFERI – Deboli anche le utilities fin dalla mattinata, con Terna, Snam, Atlantia ed Enel tutte in rosso tra il 2,89% e l’1,64% a fine giornata. Al contrario segni positivi contraddistinguono l’interno comparto petrolifero, grazie all’ulteriore recupero delle quotazioni del greggio e ad alcuni giudizi positivi come quello di Deutsche Bank che su Eni ha alzato il giudizio da “hold” (mantenere) a “buy” (acquistare), indicando un target price di 15,25 euro dopo che il gruppo italiano ha siglato un accordo ventennale con Bp per la vendita di gas naturale liquefatto (Lng) dal giacimento South Coral, nell’offshore del Mozambico, passaggio che prelude l’avvio del progetto in cui Eni ha una partecipazione indiretta del 50%.

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