Perrott (Ubs Am): “Perché crediamo ancora nelle obbligazioni asiatiche”

Ancora potenziali guadagni nel settore del reddito fisso in Asia. E’ questa, in sintesi, la visione di Ashley Perrott (nella foto), responsabile del Fixed Income asiatico di UBS Asset Management, che ha risposto alel domande di Bluerating.com

Attualmente, qual è il vostro outlook per il mercato asiatico del reddito fisso?

A oggi, la performance dei mercati obbligazionari asiatici è stata molto positiva – sia quella dei mercati in valuta locale sia quella del mercato del credito hard currency in dollari USA – e al momento riteniamo che il contesto globale possa sostenere ulteriori buone performance. L’Asia continua a trarre vantaggio da un miglioramento della crescita globale, soprattutto nella misura in cui tale dinamica non ha portato ad alcuna pressione inflazionistica significativa nelle principali economie. Questo ha fatto sì che le politiche delle banche centrali rimanessero accomodanti e di supporto, fattore che probabilmente non cambierà nel breve termine, nonostante l’ intenzione di alcune di esse di avviare una stretta marginale che, tuttavia, non modificherebbe una tendenza di bassi rendimenti nei principali mercati. Riteniamo che ciò farà sì che gli investitori internazionali continuino a ricercare aree con opportunità di rendimenti e di reddito. L’Asia è una di queste. I flussi di fondi verso la regione e verso l’esposizione al credito sono stati molto forti e pensiamo che questo trend proseguirà, riuscendo a essere abbastanza di supporto alle prospettive generali di rendimento.

L’altro aspetto che, secondo noi, rende ancora positivo l’outlook sono i fondamentali della regione. La ripresa della crescita mondiale si è riflessa in un miglioramento del commercio globale, fattore che ha sostenuto in maniera forte i mercati emergenti, in particolare l’Asia, essendo l’area già molto orientata all’esportazione. Questo è ovviamente un elemento positivo per la redditività e gli utili delle società operanti nella regione e ha significato tassi di default molto bassi, con prospettive analoghe nel medio termine. Probabilmente, la notizia più positiva per la regione riguarda l’inflazione. Un po’ come nella storia delle grandi economie, l’inflazione è stata molto sottovalutata e, infatti, negli ultimi anni è calata in diversi paesi, permettendo alle banche centrali della regione di rispondere con una politica basata su un taglio dei tassi di interesse, con addirittura alcuni stati che potrebbero effettuare ulteriori tagli nei prossimi mesi – qualunque siano le prossime decisioni della Fed o della BCE in merito ai tassi o ai bilanci. Tutto questo fa sì che quella della regione sia un’ottima storia del mercato obbligazionario. Ciò ovviamente rende positivo l’outlook sul mercato obbligazionario dell’area. Gli investitori se ne sono resi conto ed è per questo che ci sono stati robusti flussi verso i mercati obbligazionari asiatici. Riteniamo che questa situazione positiva a livello economico-finanziario, unita ai rendimenti più interessanti rispetto ai mercati consolidati, costituisca un ottimo punto di partenza per i futuri rendimenti degli investitori.

L’altro elemento importante per l’outlook dei mercati obbligazionari asiatici è rappresentato dalla rapida crescita delle opportunità a disposizione degli investitori. Sia che si tratti dell’apertura del mercato obbligazionario della Cina agli investitori internazionali, sia che si guardi alla crescita del mercato del credito asiatico, le opportunità sono fortemente in crescita e riteniamo che questo trend proseguirà. Il mercato obbligazionario cinese è già il terzo più grande del mondo e, nei prossimi cinque anni, dovrebbe raddoppiare riuscendo a superare il Giappone, attualmente al secondo posto in termini di grandezza, dietro solo agli Stati Uniti. Questa prospettiva è accattivante per gli investitori internazionali in ambito obbligazionario. Allo stesso modo, il mercato asiatico del credito è enormemente cresciuto negli ultimi 5-10 anni e sembra che l’incremento sia destinato a continuare anche quando i mercati azionari asiatici si allargheranno e, di conseguenza, ci saranno più emittenti a cogliere quest’alternativa ai finanziamenti bancari. Tutto questo contribuirà ad aumentare la diversificazione e le opportunità di investimento per i portafogli e pensiamo che ci sarà anche un incremento della domanda da parte degli investitori globali per i bond della regione. In generale, l’outlook sembra piuttosto positivo sotto diversi fronti.

 

Quali potrebbero essere gli effetti che un aumento dei tassi d interesse (principalmente negli USA) avrebbe sul mercato obbligazionario asiatico?

Penso che la parola chiave per rispondere alla domanda sia “graduale”. È molto importante per l’outlook dei mercati emergenti in generale e, ovviamente, per l’Asia, che le politiche statunitensi si basino su una stretta graduale dei tassi. In passato abbiamo già visto diverse volte che, se le maggiori banche centrali del mondo, in particolar modo la Fed, necessitano di irrigidire la politica monetaria in modo più aggressivo e quindi di causare un forte aumento dei costi di finanziamento, si ottiene un contesto poco favorevole alla performance dei mercati emergenti. Quindi la chiave di tutto è il ritmo e la portata della stretta dei tassi. Su questo aspetto, se le attese in merito ai dot plot della Fed sono accurate, molto probabilmente la graduale inversione della politica monetaria rispetto al QE non rappresenterà un grosso problema per il mercato. Se l’inflazione a livello mondiale rimane bassa e al di sotto degli obiettivi della banca centrale, allora la transizione verso politiche monetarie leggermente più rigide rispetto a quelle che abbiamo visto fin dalla crisi finanziaria, sarà probabilmente graduale. Questo dovrebbe, in linea generale, supportare gli asset di rischio. Riteniamo che un paio di incrementi dei tassi di interesse in luoghi diversi per ragioni economiche cicliche probabilmente non cambierebbero il quadro generale di rendimenti bassi derivanti da una prospettiva strutturale. Questo probabilmente significa che i flussi verso il settore del reddito fisso rimarranno abbastanza robusti, specialmente per gli asset di credito, in quanto gli investitori cercano ancora quel rendimento extra.

Nell’ ultimo decennio, uno degli aspetti positivi da un punto di vista asiatico è stato il miglioramento delle posizioni del debito estero, delle partite correnti e dei bilanci fiscali. Questo ha fatto sì che la regione fosse, in un certo senso, meno vulnerabile a un aumento dei costi di finanziamento che potrebbero derivare dagli aumenti dei tassi di interesse statunitensi. Ovviamente la regione non è totalmente immune, ma certamente più robusta rispetto al passato e decisamente in una posizione migliore rispetto ad altre aree dei mercati emergenti che sono ancora fortemente dipendenti dai flussi stranieri.

Un altro aspetto importante sarà anche la performance del dollaro. Se l’aumento dei tassi di interesse è solo una questione che riguarda gli Stati Uniti, e le altre banche centrali restano in attesa, allora il dollaro potrebbe beneficiare dei maggiori differenziali dei tassi di interesse. Questo potrebbe esercitare pressioni sul mercato dei cambi dei mercati emergenti e le valute asiatiche subirebbero probabilmente una certa pressione al deprezzamento, il che renderebbe alquanto complessa la prospettiva dei rendimenti sui mercati obbligazionari in valuta locale. Tuttavia, se la questione dei tassi di interesse non fosse solamente legata agli Stati Uniti ma riguardasse anche altre aree, come ad esempio l’Europa, dove si vedrebbe un’adozione graduale di una politica monetaria più stringente, allora è improbabile che il dollaro si rafforzi, portando anche a un possibile indebolimento della valuta nel caso in cui si registrasse una crescita più robusta negli altri paesi. Questa situazione non è diversa da quella che abbiamo visto finora nel 2017. In quel contesto ci saremmo aspettati che il forex asiatico registrasse delle buone performance – come ha fatto quest’anno – e che avrebbe avuto un’influenza positiva sulla performance delle obbligazioni e sui rendimenti in generale.

Quali sono le aree geografiche/, paese che preferite all’interno del mercato obbligazionario asiatico?

Sicuramente Cina, Indonesia e India perché presentano un outlook macroeconomico che presenta diverse opportunità di valore in alcuni settori. In Cina continuiamo a preferire il settore finanziario, principalmente il debito subordinato e le società a partecipazione statale nei settori più importanti come quello dell’energia, petrolifero e del gas. Riteniamo inoltre che, dopo la scarsa performance del settore dei materiali registrata nell’ultimo anno, probabilmente nel 2018 la Corea del Sud registrerà performance migliori rispetto agli altri mercati asiatici, a mano a mano che le tensioni relative alla Corea del Nord diminuiranno gradualmente.

Ci sono degli emittenti che preferite tra le obbligazioni asiatiche

Nel mercato del credito asiatico in dollari, tra gli emittenti che privilegiamo ci sono l’ICBC e la Bank of China per quanto riguarda il settore finanziario cinese, data la loro posizione dominante sul mercato, la solidità del bilancio e l’importanza strategica per il governo. Le obbligazioni senior hanno un prezzo interessante rispetto ai competitor regionali e globali e riteniamo anche che le emissioni subordinate offrano interessanti opportunità. In Indonesia, le obbligazioni a lungo termine di Pertamina (un emittente semi-governativo) sembrano interessanti su una base di rendimento all-in rispetto ai bond sovrani indonesiani. Abbiamo anche una visione positiva sull’outlook del paese. Bharti Airtel ha dovuto affrontare numerose pressioni a causa dell’alta concorrenza nel mercato indiano delle telecomunicazioni, ma riteniamo che queste emissioni e il rischio associato di un downgrade siano state più che presi in considerazione nelle valutazioni attuali. Stimiamo che, entro il 2018, il mercato delle telecomunicazioni si stabilizzi gradualmente, con Bharti che, in definitiva, sarà uno dei sopravvissuti all’interno del mercato consolidato e, insieme all’impegno del management nei rating investment grade, ci aspettiamo che le obbligazioni riportino ottime performance l’anno prossimo. Evergrande è uno dei nostri emittenti di riferimento in ambito High Yield in quanto ha iniziato ad intraprendere un percorso aggressivo di deleveraging e offre ancora rendimenti migliori rispetto ad altri crediti B nella regione. In qualità di uno dei maggiori sviluppatori immobiliari, trae benefici da un settore senza rivali, da record di vendite e da diverse fonti di liquidità.

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