Lenardon (Legg Mason): “Come battere la volatilità”

Di seguito un intervento di Matteo Lenardon (nella foto), deputy country head Italia di Legg Mason

Tanto nei mercati azionari quanto in quelli obbligazionari, è tornata la volatilità ed è qui per restare. È ora quindi di ripensare le esposizioni dei portafogli, soprattutto nel segmento dei bond. Da sempre, infatti, i risparmiatori del Vecchio Continente hanno

avuto una preferenza per le obbligazioni europee e domestiche. Gli investitori italiani non fanno eccezione. Ancora oggi una fetta preponderante della loro asset allocation
è rappresentata da bond europei, sia corporate che governativi: queste asset class vengono infatti considerate garanzia di stabilità e bassa volatilità. A nostro parere, però, i presupposti che hanno dato ottimi risultati con questa strategia stanno venendo meno.

SULLE ORME DELLA FED – L’Europa sta vivendo un momento di ri oritura economica, che prima o poi porterà a un aumento dell’in azione. E la ne del Quantitative Easing (Qe) produrrà effetti che non possiamo prevedere, non essendoci precedenti di tapering europeo. L’unico precedente a cui potremmo far riferimento è il restringimento in atto negli Stati Uniti, cominciato quando i rendimenti erano ancora molto più alti. Ma in Europa oggi i rendimenti sono a un livello così basso da non fornire alcun “cuscinetto” per ammortizzare un rialzo
dei tassi: basti pensare che soltanto la metà dei corporate bond italiani ha rendimenti inferiori ai Btp. La situazione è dunque decisamente diversa. Per ora i mercati non sembrano preoccupati e stanno prezzando una normalizzazione perfetta, senza intoppi. Possibile? Di certo è l’auspicio di Mario Draghi e della Bce, ma è davvero troppo ottimista pensare che il ritiro del Qe possa procedere senza nemmeno un piccolo errore.

E la minima deviazione dalla traiettoria ideale potrebbe portare a delle correzioni improvvise. Ecco perché ci chiediamo:
ha ancora senso avere come principale componente un’asset class come quella dei bond europei così dipendente da
una sola variabile? A nostro parere, è opportuno prepararsi e guardare a un orizzonte più globale. Fuori dall’Europa ci sono strumenti in grado ancora di fornire ritorni interessanti e che, essendo esposti a una fase più avanzata del ciclo, hanno già in parte scontato un aumento dei tassi di riferimento.

FOCUS SUGLI EMERGENTI – Un esempio? Si guardi innanzitutto
al mondo dei mercati emergenti. Rendimenti reali elevati, valutazioni molto convenienti e valute con buon potenziale di apprezzamento sono alcune delle caratteristiche che rendono interessante l’investimento nell’obbligazionario
degli emerging market, soprattutto se denominato in valuta locale. Ma, più che le singole asset class, a fare la differenza è l’approccio all’investimento. Il nostro
lo de niamo “unconstrained”, ossia svincolato dai benchmark e dai loro limiti strutturali: soltanto così, a nostro parere, con una gestione attiva, si può ancora riuscire a estrarre valore nel mercato.
Ed è su questi principi che è incentrata
la nostra campagna rivolta agli investitori italiani, con un focus speciale su tre fondi: il Legg Mason Western Asset Macro Opportunities Bond, il Legg Mason Brandywine Global Income Optimiser
e il Legg Mason EnTrustPermal Alternative Income Strategy.

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