L’euro scivola sotto 1,14: frena la crescita in Europa

Pesanti ribassi per l’euro che prosegue a indebolirsi nei confronti del dollaro. Il cross ha infranto anche quota 1,14 (a 1,1387), attestandosi sui minimi degli ultimi mesi. Oltre allo scontro Ue-Italia sulla manovra 2019 e ai pacchi bomba rinvenuti a New York, a favorire il nervosismo sono stati soprattutto i dati sulla frenata delle imprese nell’area valutaria emersi dall’indagine Pmi nell’Eurozona di ottobre.

Il risultato preliminare “è chiaramente deludente”, ha osservato un analista di Commerbank, ripreso da MF, secondo cui i dati di ieri “fanno diminuire la speranza che la debole crescita economica estiva non sia stata solo transitoria”. Anzi, rincara Ihs Markit, “i dati indicano il più lento ritmo di crescita dell’economia dell’Eurozona degli ultimi due anni e fanno presagire una fine dell’anno piuttosto deludente”.

Gli indici, che solitamente anticipano le tendenze quali previsioni future e afflusso di nuovi ordini, suggeriscono nei prossimi mesi un possibile ulteriore raffreddamento della crescita. In cifre, per Ihs Markit le stime preliminari “indicano un rallentamento della crescita del pil dello 0,3% nel quarto trimestre, guidato dal crollo dell’export causa guerre commerciali e problemi con i dazi che hanno inasprito il sentiment economico globale. Ma hanno pesato anche i deludenti sviluppi dell’industria automobilistica tedesca, in difficoltà nell’adeguarsi ai nuovi test sulle emissioni. Tuttavia”, hanno sottolineato gli analisti di Lombard Odier, “la moneta unica può risalire fino a quota 1,20 nel 2019. Con la fine del Qe la folla sul mercato obbligazionario europeo si disperderà e il conseguente rimescolamento degli asset nell’Eurozona dovrebbe favorire la moneta unica. Inoltre il deflusso dai fondi azionari Ue dovrebbe essersi ormai esaurito”.

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