Dal voto bruciati 200 miliardi degli italiani

Un peso impontente, superiore al 10% del pil nazionale; 198 miliardi di euro di ricchezza degli italiani immolata sull’altare dello spread dal giorno successivo alle elezioni politiche del 4 marzo. Come riporta Milano Finanza del 27 ottobre, i conti se li sono fatti Luca Ricolfi, Rossana Cima e Caterina Guidoni, curatori di uno studio pubblicato dalla fondazione Hume, che ha provato a calcolare quanto sia costata l’incertezza politico-finanziaria che si è instaurata in Italia dopola sopracitata data.

Sono stati sommati tre addendi fondamentali: la variazione della capitalizzazione del mercato azionario italiano (limitatamente alle società quotate), la variazione del valore dei titoli di Stato detenuti da individui e operatori residenti in Italia, al netto di quelli detenuti dalla Banca d’Italia e infine il deprezzamento dei titoli di debito del mercato obbligazionario italiano.

L’analisi ricorda che le perdite calcolate sono virtuali, e potrebbero essere riassorbite, o tramutarsi in guadagni, ove la situazione economica e le valutazioni dei mercati nei prossimi mesi o anni dovessero evolvere positivamente. E dallo studio emerge che le perdite sui tre mercati esaminati ammontano a 198 miliardi dal momento del voto, di questi sono 107 i miliardi di valore che si sono volatilizzati dall’insediamento del Governo a oggi.

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