Tassi Usa di nuovo al centro dell’attenzione

Articolo a cura di Finanza Operativa

Powell, presidente della Fed, ha dichiarato in settimana che l’economia statunitense, pur restando forte, potrebbe nei prossimi mesi essere costretta a fare i conti con dinamiche “contrastanti”. Forze, a detta della Banca centrale americana, in grado di innescare una contrazione dell’espansione registrata nel corso del 2018. Con la conseguenza che, già da ora, si rende necessaria un’attenta valutazione di quanto ancora aumentare i tassi di interesse Usa.

Nel dettaglio, Powell ha parlato dei rischi di un rallentamento della domanda estera, unitamente alla fine degli stimoli fiscali e agli effetti negativi dei tre rialzi del costo del denaro di recente adottati. “Le politiche monetarie restrittive – avvertono gli analisti di Wings Partners Sim – stanno infatti impattando negativamente su alcuni settori dell’economia, come l’immobiliare, provocando una frenata dell’inflazione degli asset finanziari dettata dalla correzione delle quotazioni dell’azionario di Wall Street”. Nonostante tali dinamiche, comunque, l’inflazione rimane in linea con i livelli di medio periodo desiderati, mentre la crescita dell’occupazione soddisfa la Banca Centrale determinando quella scarsità di manodopera, necessaria per determinare una crescita dei salari e scongiurare una perdita di potere d’acquisto delle famiglie.

“Nel complesso – fanno notare da Wings Partner Sim – le dichiarazioni di Powell sono state interpretate come “dovish” (accomodanti) da parte dei mercati, ritenendo che si sia posta una maggiore attenzione sul mantenimento di regimi di espansione del Pil elevati anche nel prossimo anno, tranquillizzando così gli operatori e anticipando un rallentamento di ritmo di incremento dei tassi“.

Indicazioni più chiare sulle scelte della Fed si avranno però solo nel meeting in calendario il prossimo 19 dicembre con il cosiddetto “dot plot” che esplicita le intenzioni dei partecipanti al consiglio in tema di rialzo dei tassi per l’anno prossimo.

Nel frattempo a Wall Street l’indice S&P 500 oscilla incerto e volatile in un range compreso tra i 2.820 e i 2.600 punti mentre il dollaro continua in una tendenza al rafforzamento rispetto alle altre principali divise, a cominciare dall’euro. E, in scia alla moneta unica, arranca anche l’azionario dell’Eurozona.

Come comportarsi alla luce di questo scenario? L’unico suggerimento sensato, per quanti puntano oltre Atlantico, è quello di lasciar correre gli eventuali profitti, monitorando però ora più che mai con estrema attenzione i livelli di supporto tecnici degli asset in cui si si è investiti e nel caso essere pronti a liquidare le posizioni molto rapidamente. L’Europa? Come detto nell’articolo di apertura della precedente newsletter, a questi livelli e con questi multipli almeno in ottica di medio termine potrebbe rivelarsi un affare.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!

Tag: