Brexit, rebus aperto dopo il no del Parlamento

La bocciatura dell’accordo sulla Brexit era nell’aria. Ma i 432 voti contrari del Parlamento, a fronte di soli 202 a favore, sono una sconfitta schiacciante per la Premier Theresa May. A votarle contro le opposizioni, ma anche buona parte del suo stesso partito conservatore. Il leader laburista, Jeremy Corbyn, ha inoltre presentato una mozione di sfiducia per rovesciare il governo. Se la May riuscirà a rimanere in sella, allora proverà a presentare una nuova bozza di accordo entro lunedì: tuttavia, non si sa quali novità potrà contenere in un lasso di tempo così ristretto. Ed è assai improbabile che possa passare.

Ma quali sono le alternative? Resiste la soluzione norvegese, che tuttavia non piace a molti: significherebbe rimanere nel mercato unico e nell’unione doganale, senza avere peso politico in Europa.  Per come si sono messe le cose, le ipotesi più probabili all’orizzonte sono l’uscita senza paracadute dell’Unione europea (con un potenziale disastro per l’economia del Regno Unito e non solo), oppure un secondo referendum sulla Brexit. Eventualità inimmaginabile fino a pochi mesi fa.

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