Consulente: se il cliente non ti vuole, io so il perchè

Ce lo siamo detti tante volte: il pubblico dei risparmiatori italiani si relaziona in maniera ancora troppo marginale con la figura del consulente finanziario. I margini di crescita per il settore, come sappiamo, sono quindi ancora molto alti, ma forse poco si è indagato su i motivi concreti di questo rapporto ancora non sbocciato, al di là della “scarsa” educazione finanziaria nostrana.

In tal senso ci viene in aiuto l’analisi dell’ultima indagine BlackRock Investor Pulse (il sondaggio internazionale che analizza ed esprime il sentiment di oltre 27.000 investitori in 13 Paesi nel mondo – di età compresa tra i 25 e i 74 anni), presentata il 25 marzo nella sede milanese della società. Tra le varie evidenze emerse dalla ricerca (il cui comunicato poi vi proporremo in calce) noi di Bluerating non possiamo non soffermarci su alcuni dati che mostrano chiaramente le “problematiche relazionali” in Italia tra cliente e consulente in materia di investimenti.

In prima analisi l’81% degli intervistati italiani vorrebbe assumere più controllo nei propri investimenti. Se da un lato questo dato evidenzia la volontà di dare più attenzione al tema degli investimenti, cosa che sicuramente giova al ruolo del consulente, dall’altro sottolinea per certi versi “l’egocentrismo” del risparmiatore: il controllo diretto per lui è fondamentale, lemento che il professionista deve gestire con la dovuta attenzione, evitando che il cliente possa cedere al richiamo del “faidate”.

Altro elemento relazionale non propriamente agevole risiede nel 77% degli intervistati che vorrebbe una remunerazione del consulente ancorata alla perfomance, così come il fatto che per il 50% degli intervistati la presenza delle fee è il motivo per cui non si ricorre al supporto di un professionista. Quasi un intervistato su due (46%) in Italia ha paura che il cliente non lo tratti con rispetto e circa uno su quattro (24%) non ha mai incontrato un professionista capace di capire realmente come volesse investire. L’11% del campione ritiene che il proprio consulente non lo conosca.

Insomma, se il cliente non vuole consulenza, possiamo dire di sapere il perché. Il punto sul quale riflettere è quanto questo sia riconducibile all’operato del professionista stesso…lasciando a voi le dovute riflessioni, ecco il comunicato integrale dell’indagine. Buona lettura

BlackRock: il comunicato integrale sulla Global Investor Pulse

Per il sesto anno consecutivo BlackRock presenta i risultati del “Global Investor Pulse”, il sondaggio internazionale che analizza ed esprime il sentiment di oltre 27.000 investitori in 13 Paesi nel mondo – di età compresa tra i 25 e i 74 anni – rispetto allo stato di salute e benessere finanziario e all’impatto di tali aspetti in un’ottica di investimento di medio-lungo termine.

Dai risultati della ricerca, declinata sul mercato italiano su un panel di circa 2.000 intervistati, si evince che solo il 48% degli italiani si esprime positivamente rispetto al benessere generale, registrando il dato più basso in Europa, rispetto a una media globale del 61%.

Benessere e salute finanziaria

Su questo versante, il benessere generale viene interpretato in qualità di salute fisica per il 70% e di salute mentale per il 55%. Per il 54% degli italiani, inoltre, i principali fattori di stress risultano soldi e lavoro, seguiti per il 34% da famiglia e salute.

Tra l’altro, si sottolinea come per il 60% degli italiani la salute finanziaria abbia un impatto diretto sul proprio benessere e sia percepita solo dal 28% della popolazione, attestandosi all’ultimo posto tra i vari Paesi (42% la media globale).

Per gli italiani la salute finanziaria è un tema meramente connesso al presente e non di organizzazione e pianificazione futura che per il 69% consiste nel vivere senza contare dello stipendio e per il 65% nell’essere preparato in caso di imprevisto. A questo proposito, solo il 43% ha infatti iniziato a risparmiare per la pensione, risultando ancora una volta il valore più basso a livello globale con una media del 63%.

Come investono gli italiani

Gli italiani si considerano un popolo di risparmiatori per il 78% piuttosto che di investitori, ben 9 punti in più rispetto alla media globale, che si attesta al 69%, e leggermente superiore alla media europea, pari al 76%.

In effetti, il 75% degli italiani blocca in depositi bancari e risparmi il proprio patrimonio (66% in Europa e 74% nel mondo) e solo il 47% investe (41% in Europa e 55% nel mondo). Da questo punto di vista, gli investimenti sono frammentati tra azioni per il 24%, real estate per il 21%, obbligazioni per il 18% e fondi monetari per il 12%.

La consulenza finanziaria

Per il 46% degli italiani le più importanti fonti di preoccupazioni sono dettate ancora da alcuni fattori macroeconomici, quali il costo della vita e la situazione economica del Paese. Di conseguenza, le paure di non avere sufficiente denaro (55%), di non avere una adeguata conoscenza finanziaria (33%) o di perdere tutto (26%) diventano i motivi che trattengono maggiormente gli italiani dall’investire.

In questa situazione, si registra che il 44% degli italiani vorrebbe avere un maggiore controllo sulle proprie finanze e, data la specifica evidenza, per il 43% la figura del consulente finanziario viene percepita come guida in grado di indirizzare e aiutare gli investitori e da cui imparare.

In Italia l’uso dei consulenti finanziari rimane negli anni fermo nell’intorno del 27-28%, offrendo pertanto spazio ad un’ulteriore possibilità di crescita.

Infine, gli italiani chiedono ai loro consulenti di avere un confronto sulla propensione al rischio (55%) e sugli obiettivi finanziari (53%) per muovere i primi passi verso l’investimento con maggiore serenità, benessere e controllo.

Gli investimenti

Quando si tratta delle ragioni per cui gli italiani iniziano ad investire, con il 34%, ovvero 1 italiano su 3 risponde dicendo che vuole ottenere un maggiore rendimento dal proprio denaro, il 29% pensa che sia una buona cosa da fare, il 23% che ha raggiunto un certo livello di ricchezza ed infine il 20% che è una buona opportunità.

Per concludere 8 italiani su 10 vorrebbero un maggiore senso del controllo dei propri investimenti (81%), una gamma più ristretta di prodotti tra cui scegliere e la remunerazione del consulente in base alle performance (77%), oltre a un nuovo approccio per investire (72%).

Da questo punto di vista il 34% degli italiani vorrebbe ricevere dalla tecnologia un valido strumento per rilevare le diverse possibilità di investimento e il 32% per costruire un portafoglio su misura.

 

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