Governo, battibecco sulla crescita

Il Centro Studi di Confindustria ha recentemente corretto al ribasso le stime di crescita dell’esecutivo, prevedendo un dato nullo nel 2019 (contro il + 0,9% della stima precedente) e un +0,4% nel 2020. Una scelta che ha accesso il dibattito politico in Italia, dove a cercare fare da pompiere è il premier Giuseppe Conte: “Abbiamo tutte le ragioni per stare tranquilli e guardare serenamente al futuro. L’Italia ha solide fondamenta”, ha detto il Presidente del Consiglio, intercettato dai giornalisti al Senato dopo il voto finale sul decreto che regola reddito di cittadinanza e Quota 100 sul fronte pensioni.

“Ci hanno sempre “cannato” in passato”, aveva detto Matteo Salvini commentando le previsioni. La pensa diversamente il leader pentastellato Di Maio: “Le preoccupazioni di Confindustria sono le nostre”: Confindustria non è un gufo, ha chiarito parlando da New York alla stampa, visto che “l’epoca dei gufi era quella di Renzi”. Dall’Asia il ministro Giovanni Tria avvisa: “Tutti temono l’arrivo di una crisi finanziaria che possa provocare una crisi economica globale per una sorta di riflesso condizionato dalla grande crisi del 2008. Il mio timore invece è opposto. Temo che dal rallentamento dell’economia, soprattutto se dovesse accentuarsi, possa nascere una crisi finanziaria globale”.

 

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