Ricordiamo infatti che l’aumento dell’Iva è previsto dalla legge di Bilancio per il 2019. Qui si stabilisce che, per garantire l’equilibrio dei conti pubblici italiani tra entrate e uscite, l’Iva ordinaria salga dal 22% al 25,2% nel 2020 e al 26,5% nel 2021 e l’Iva agevolata dal 10% al 13% nel 2020. Per disinnescare l’aumento, il governo dovrebbe trovare risorse per 23 miliardi di euro nel 2020 e quasi 29 miliardi nel 2021.
E cosa succederà se il governo non dovesse trovare i soldi necessari?
Secondo l’Istat un aumento delll’Iva potrebbe portare una contrazione dei consumi, pari allo 0,2% annuo. Confcommercio invece prevede un risultato peggiore, con un calo fra lo 0,7e lo 0,8% e 382 euro di nuove tasse a testa (889 euro a famiglia).
Il Sole24ore invece avverte che saranno i single tra 18 e 34 anni a pagare di più, in percentuale, il doppio rialzo dell’Iva. Ne risentirebbero meno gli anziani. Il rincaro maggiore, 743 euro all’anno, sarebbe delle famiglie con tre o più figli.