Truffa diamanti, saltano le teste

La truffa dei diamanti provoca le prime dimissioni nel sistema bancario. Maurizio Faroni, dg di Banco Bpm, sospeso cautelativamente dall’istituto il 27 febbraio assieme ad altri due dirigenti, ha lasciato il posto per giusta causa «essendo venuto meno il rapporto di fiducia». Oltre Faroni si è dimesso Angelo Lo Giudice, ex capo della compliance, mentre il cda ha deliberato la risoluzione del rapporto di lavoro con Pietro Gaspardo, ex capo del marketing. Il consiglio di Banco Bpm non ha riconosciuto la sussistenza dell’asserita giusta causa e ha deliberato di formulare le opportune riserve in ordine all’applicazione delle previsioni di malus e di claw-back previste nelle politiche di remunerazione nei confronti del dg e degli altri due dirigenti. In ragione di quanto sopra, sia la risoluzione del rapporto di lavoro di Faroni che quella degli altri due dirigenti citati non comportano l’erogazione di specifiche indennità o compensi. Le deleghe attribuite al direttore generale vengono esercitate, a partire dalla data di efficacia del provvedimento di sospensione cautelare, da Giuseppe Castagna, amministratore delegato della banca. La formula usata da Faroni lascia intendere la sua volontà di agire in giudizio contro Banco Bpm: ritiene penalizzante la decisione di sollevarlo dall’incarico in presenza di un’inchiesta tuttora pendente. Ma sarà scontro legale con l’istituto di credito.

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