
Per attuare questa strategia, occorre ovviamente un intenso lavoro di ricerca che, nel caso del portafoglio gestito da Adaya, interessa centinaia di emittenti su decine e decine di paesi diversi. L’attenzione si concentra dunque più sulle prospettive delle singole aziende o dei singoli emittenti più che sull’allocazione geografica del portafoglio. “Non è facile confrontare la situazione di mercati emergenti assai diversi tra loro come quelli asiatici e sudamericani”, aggiunge ancora il gestore, che spiega dunque così la scelta di concentrarsi sulle storie specifiche dei titoli più che sulla loro provenienza. La stessa filosofia di investimento caratterizza anche un altro prodotto di Aberdeen Standard Investments. Si tratta dell’ Aberdeen Standard Emerging Markets Corporate Bond Fund, che è specializzato nelle emissioni societarie e che, dalla data del lancio (2011) fino alla fine del 2018. ha guadagnato quasi il 60%, contro il 47,4% del benchmark.
Nonostante le performance del passato già elevate, secondo i gestori di Aberdeen Standard Investments ci sono ancora molti buoni motivi per credere sulle buone prospettive a lungo termine del debito dei mercati emergenti. Grazie al supporto di forti fattori strutturali come l’urbanizzazione e la crescita della classe media, le nazioni in via di sviluppo stanno crescendo a un ritmo nettamente superiore rispetto alle nazioni sviluppate. Questo gap di crescita proseguirà probabilmente anche nei prossimi anni. Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) prevede infatti che il tasso annuo di aumento del pil nei paesi emergenti sarà del 5% da qui al 2023, mentre nei mercati sviluppati l’economia rallenterà, passando da un tasso di crescita medio del 2,5% all’1,5%.