
Tutto il mondo, del resto, sembra delinearsi su una strategia attendista, in attesa di sapere come finiranno le dispute commerciali tra Stati Uniti e Cina, quale sarà il comportamento della Fed americana e se l’economia cinese riuscirà o meno a consolidare una ripresa (che si rifletterebbe anche sul consumo di greggio). Lo scenario di Siano, tuttavia, si basa su alcune considerazioni principali: “la fine del ciclo dei tassi è già stata prezzata nei rendimenti dei Treasury, l’apprezzamento del dollaro è in frenata, l’inflazione è attesa in ripresa ed è in corso un posizionamento speculativo in un quadro attendista”.
WisdomTree propone, inoltre, altri due scenari alternativi per il metallo giallo. Nel caso in cui la Fed decidesse per alzare i tassi di interesse, nonostante l’inflazione contenuta, aumenterebbe il rendimento dei titoli obbligazionari e il dollaro finirebbe per apprezzarsi “mentre i differenziali dei tassi d’interesse tra gli Usa e gli altri Paesi di amplierebbero”. In questo scenario, l‘oro scenderebbe nel primo trimestre 2020 a una valutazione di 1.195 dollari l’oncia.
Vi è tuttavia anche un’ipotesi rialzista: la Fed, infatti, potrebbe allentare la politica monetaria, facendo scendere il rendimento dei Treasury e il biglietto verde si deprezzerebbe. Se tutto questo si avverasse, la valutazione dell’oro potrebbe schizzare a 1.557 dollari l’oncia. “In tale scenario”, scrive Siano, “aumenteremmo le posizioni speculative nei future sull’oro a 200 mila contratti lunghi netti, più o meno sui livelli raggiunti l’anno scorso di questi tempi”.