Dazi, Pechino va al contrattacco sui T-bond

Secondo quanto riporta il direttore del Global Times, organo di stampa controllato da Pechino: “molti esperti cinesi stanno discutendo la possibilità di scaricare titoli di Stato americani e le specifiche modalità per attuare” simile programma. Una strategia, che sembra essere già stata avviata considerando che nel mese di marzo Pechino ha venduto bond americani per 20,5 miliardi di dollari, il taglio più drastico da due anni e mezzo.

Per ora, tuttavia, gli investitori sembrano indifferenti alle minacce cinesi: ieri il rendimento del T-bond decennale è rimasto stabile al 2,4%. Un’eventuale svendita delle riserve in titoli di Stato americani, però, rischia di penalizzare più la Cina che gli Stati Uniti.

Si consideri infatti, da un lato che il crollo dei prezzi del T-bond comporterebbe ingenti perdite per Pechino, dall’altro che un’inondazione di T-bond sul mercato avrebbe come effetto quello di determinare la svalutazione del dollaro rendendo più competitive le esportazioni americani all’estero e meno convenienti le importazioni cinesi in Usa.

Senza dimenticare, tuttavia, che la Cina rappresenta il primo creditore straniero di Washington e detiene titoli di Stato Usa per 1.121,5 miliardi.

 

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