Argentina contro Colombia, la Copa América si gioca anche sui mercati

A cura di Alejandro Arevalo, gestore di Jupiter Asset Management specializzato sul debito emergente

Sebbene sul piano calcistico vantino un’ottima fama, sia l’Argentina che la Colombia hanno di recente attraversato difficoltà economiche. In ogni caso, come Paese sull’orlo della crisi e con uno dei tassi di inflazione più alti del mondo, l’Argentina appare di certo la più debole delle due.

Argentina: rischi sul breve termine, ma opportunità sul lungo?

In effetti, gli investitori stanno tenendo d’occhio l’Argentina – insieme alla Turchia – preoccupati che insieme possano compromettere il rally dei mercati emergenti. E gli investitori hanno tutto il diritto di essere preoccupati, almeno nel breve e medio termine. 

Le prossime elezioni di ottobre potrebbero vedere contrapposti l’attuale Presidente Macri e l’ex Presidente di sinistra Cristina Fernández de Kirchner, una scelta potenzialmente binaria tra la continuazione delle politiche market-friendly di Macri o il ritorno del rischio di default. Affinché Macri possa recuperare la sua posizione nei sondaggi ed essere rieletto, l’Argentina avrà bisogno di migliori dati economici e di una valuta stabile. Il PIL argentino è sceso del 2,5% nel 2018 e il Paese ha chiuso l’anno con un’inflazione al 47,6%, seconda in America Latina solo a quella del Venezuela, costringendo Macri a richiedere un prestito di salvataggio al FMI per 56 miliardi di dollari e ad annunciare misure impopolari di austerità. Tutto questo – insieme a fenomeni anomali di siccità – ha scatenato una grave crisi valutaria, con il peso che ha perso più della metà del suo valore.

I numeri non sono ancora convincenti, ma si guarda con maggiore ottimismo alla seconda parte dell’anno. Inoltre, il disavanzo delle partite correnti dell’Argentina dovrebbe ridursi significativamente, in quanto un Peso più debole – combinato con il calo dei consumi e degli investimenti – potrebbe causare una ripresa delle esportazioni e una contrazione delle importazioni. Il Paese sta inoltre beneficiando di un’ampia diversificazione dell’economia, con bassi livelli di indebitamento del settore privato. Come investitori attivi, questo significa per noi che stiamo ancora riscontrando buone opportunità nel segmento delle obbligazioni societarie che offrono un carry interessante a valutazioni inferiori rispetto al più ampio indice di riferimento.

Lato investimenti, continuiamo a preferire il segmento dei bond societari in aziende difensive in grado di resistere meglio ai rischi politici idiosincratici, come le aziende di servizi pubblici e gli aeroporti. Per fare un esempio, l’aeroporto internazionale dell’Argentina, che vanta bassi livelli di indebitamento e entrate generate dal dollaro: ciò funge da copertura contro la volatilità della valuta locale. Nel complesso, data la volatilità, la nostra esposizione alla regione viene gestita con un approccio flessibile.

Colombia: una giocata difensiva

A confronto, la Colombia sembra trovarsi in una situazione molto meno volatile. Ha un solido track record di politiche macroeconomiche prudenti e dagli anni ‘90 ha permesso ai propri tassi di cambio di fluttuare concentrandosi piuttosto sulla riduzione dell’inflazione, portandola da più del 20% degli anni ‘90 ad un valore sotto al 5% negli scorsi dieci anni. Nonostante ciò, l’outlook è attualmente controverso, tanto che all’inizio di quest’anno Moody’s e Fitch hanno cambiato il rating del Paese in direzioni opposte. Mentre Moody’s lo ha alzato, Fitch lo ha tagliato. 

Uno dei motivi per il downgrade da parte di Fitch è stato il rischio per il consolidamento fiscale, che anche noi consideriamo un vento contrario. Mentre il governo colombiano ha ribadito il suo impegno nelle politiche di riduzione del deficit fiscale e di stabilizzazione del debito pubblico, i suoi target di bilancio sono sicuramente sotto pressione. Il governo ha rivisto i suoi obiettivi di deficit per il 2019 e il 2020 rispettivamente a -2,7% e -2,3% del PIL per incorporare i costi della migrazione venezuelana. In più, la legge finanziaria approvata nel 2018 porterà ad un abbassamento iniziale del gettito fiscale nel 2020. Parallelamente, la Colombia ha un’alta dipendenza dalle materie prime (il 33% delle esportazioni colombiane sono prodotti derivati dal petrolio) e mostra un deterioramento dei conti con l’estero a causa dell’aumento delle importazioni e dei dividendi. 

Nonostante tale incertezza, il nostro scenario di base per le prospettive della Colombia è che quest’anno dovrebbe essere stabile nonostante le diverse azioni di credito intraprese da Moody’s e Fitch. Ci aspettiamo che la Colombia rimanga una “giocata difensiva” nell’ambito LATAM per il resto dell’anno, favorendo settori quali petrolio e gas dati i crescenti livelli di produzione nonché le nuove scoperte di giacimenti. Infine, in Colombia preferiamo crediti con una chiara storia di deleverage e un track record di successo. Ne è un esempio Canacol, che secondo noi è un’opportunità interessante dati i volumi di gas naturale in crescita in vista dell’entrata in esercizio di un nuovo gasdotto nella seconda metà dell’anno.

Essenzialmente, l’outlook per l’Argentina dipende fortemente dalle prossime elezioni e ci aspettiamo che la volatilità continui ad aumentare fino al loro arrivo. D’altra parte, consideriamo la Colombia come una giocata difensiva solida nonostante le tensioni sul rating creditizio del Paese. Detto ciò, mentre i risultati delle elezioni argentine, e dunque il suo outlook economico, sembrano incerti, pensiamo non ci sia dubbio sul vincitore di questa partita: l’Argentina.

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