Paradisi fiscali, all’Italia costano 8 miliardi

Dumping fiscale, ma quanto ci costi!

Secondo quanto riporta Milano Finanza all’Italia i cosiddetti “paradisi fiscali” costano tra 5 e 8 miliardi di dollari l’anno. A tal proposito, il neo-presidente dell’Antitrust, Roberto Rustichelli ha citato il caso di Fiat Chrysler, la principale azienda automobilistica del Paese, che ha trasferito la sede fiscale a Londra e delle controllate in Olanda.

Rustichelli ha anche espresso alcuni punti critici in merito alle asimmetrie che reprimono il corretto funzionamento del mercato unico europeo, le quali se eliminate, potrebbero invece garantire il consenso all’interno dell’Unione Europea.

In ogni caso i numeri non lasciano spazio a dubbi: mentre il Lussemburgo attira investimenti esteri pari al 5.760%, l’Olanda al 535% e l’Irlanda al 311%, l’Italia solo il 19% e i meri fondamentali economici non sembrano giustificare tali risultati.

Una nuova minaccia per le autorità di controllo sarebbe rappresentata dall’economia digitale, ove il rischio sembrerebbe risiedere nelle posizioni di dominio dei big tech che potrebbero impedire l’accesso a nuovi operatori riducendo anche gli incentivi all’innovazione e al miglioramento dell’offerta. A tutela della concorrenza nel settore digitale, oltre alle acquisizioni societarie effettuate dai grandi operatori digitali, vi è il bisogno di rafforzare le difese al fine di contrastare eventuali cartelli.

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