Conte bis, accelerata sull’export

Al centro del governo Conte-bis ci sarà l’incremento dell’export italiano. La questione del potenziamento degli strumenti per incoraggiare le esportazione è difatti stata inserita nel programma del neogoverno.

In particolare nell’articolo 28, oltre ad un esplicito riferimento ad un possibile riassetto in Sace, società per azioni del gruppo italiano Cassa Depositi e Prestiti, si dichiara la necessità di individuare “strumenti più idonei per promuovere e accompagnare il Made in Italy, potenziando le attività di consulenza  e di supporto finanziario e assicurativo in favore degli esportatori, anche attraverso l’individuazione di un adeguato modello di condivisione dei rischi tra Sace e il ministero delle Finanze”.

Prima della crisi del governo sembrava che fosse stata trovata una papabile soluzione non solo sul nuovo vertice ma anche sulle nuove convenzioni; per ovvie circostanze i soggetti coinvolti sono stati costretti a rimandare il riassetto ad una fase successiva all’insediamento del nuovo governo.

Diverse ipotesi sul tavolo, come quella di un ritorno della controllata di Cdp direttamente sotto le ali del ministero o la possibilità di un rafforzamento patrimoniale della società. Ancora il programma di governo giallorosso non lascia  trapelare quale possa essere l’opzione possa essere la più probabile da intraprendere, ma è evidente la centralità dell’argomento per il Conte-bis.

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