Usa, occhio ai nuovi subprime

In America si sta gonfiando un mercato del credito ad alto rischio che rianima antichi fantasmi. Nel 2008 si parlava di mutui subprime, adesso hanno nomi diversi. Siamo ancora lontani dai numeri che scatenarono l’ultima grande crisi, si parla infatti di poche decine di miliardi, ma è pur vero che stanno aumentando. Come riporta Il Sole 24 Ore, i mutui non prime, concessi cioè senza requisiti di reddito e cono pochi mesi di saldi del conto corrente, crescono e nel 2018 hanno raggiunto i 45 miliardi, al massimo da dieci anni. Spesso vengono tuttora offerti da società non bancarie, tra il 2008 e il 2018 la loro quota complessiva nei mutui è salita dal 9 al 52 per cento.

Sempre Il Sole, sottolinea come il comparto mutui non sia il solo da tenere sotto controllo per quanto riguarda i prestiti fragili. Infatti, nel settore dell’auto i prestiti di questo tipo hanno toccato i 1.300 miliardi, saliti del 40% in dieci anni. Sono meno pericolosi, perché non cartolarizzati e con meno rischi di contagio nell’ecosistema finanziario, ma comunque non sarebbero innocui: basti pensare che ben sette milioni, l’anno scorso, erano in ritardo di almeno tre mesi con i pagamenti.

 

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