Brexit, è ancora rinvio

Una storia infinita che continua a spostare la data della sua presunta fine: la Brexit deve ricorrere all’ennesimo rinvio mentre Westminster imbocca la strada delle elezioni anticipate. La Camera dei Comuni ha difatti respinto la mozione presentata dal governo britannico di Boris Johnson per portare il Regno Unito al voto anticipato il 12 dicembre. Il mancato sì dell’opposizione laburista ha impedito di raggiungere il necessario quorum dei due terzi, come già in due altre occasioni.

A questo punto i 27 Stati membri dell’Ue hanno accolto la richiesta del Regno Unito di rinviare al 31 gennaio 2020 la Brexit: è quanto ha annunciato il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, precisando che è stata accolta la cosiddetta “flextension”, a indicare che Londra potrebbe anche lasciare l’Ue prima di tale data in caso di approvazione dell’accordo negoziato da Londra con Bruxelles da parte del parlamento britannico.

Tre proroghe nell’arco di soli sette mesi e in totale tre anni e quattro mesi dopo il referendum del 26 giugno 2016 e la conseguente difficoltà di trovare una data di uscita definitiva sono indicativi del caos in cui è precipitata la politica britannica a causa della Brexit. Ci auguriamo sia la volta buona.

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