Derivati, una potenziale Hiroshima da 735 trilioni

Un bomba pronta a esplodere del valore nozionale lordo di 735 mila miliardi di euro. Nel 2018 in crescita dell’11% rispetto a un anno prima. È l’ammontare dei derivati europei che incombono sull’economia del Vecchio Continente. A rivelarlo sono i dati Esma, riportati dell’edizione di MF Milano Finanza, con l’autorità europea che ha tratteggiato un quadro piuttosto fosco. Anche se il numero di contratti è sceso a 66 milioni (-33%), il valore nozionale lordo è pari a 45 volte il pil dell’Unione europea. E, come scrive sempre il quotidiano finanziario, la scarsa trasparenza e le dimensioni del mercato sono caratteristiche che preoccupano molti osservatori. Il tutto, peraltro, è concentrato in poche mani: “Le esposizioni sono molto concentrate in poche controparti, soprattutto società di investimento, banche e controparti centrali. Questi soggetti, che hanno sede principalmente nel Regno Unito, sono “ampiamente connessi con gli altri operatori di mercato”.

Questi strumenti sono nati per proteggere dai rischi sui mercati. Ora, però, sono diventati un modo per scommetterci sopra. Un boomerang che potrebbe anche ritornare indietro sulla faccia proprio di chi, negli anni, ne ha abusato.

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