Pimco promuove i Btp

Leggero sovrappeso sui Btp italiani. E’ la posizione detenuta oggi da Pimco, uno dei maggiori investitori al mondo nel mercato obbligazionario. Nel 2018 la casa di gestione statunitense era invece molto negativa sui titoli di stato del nostro paese. “La nostra view si è evoluta”, ha detto Nicola Mai (nella foto a destra), responsabile della ricerca sul credito sovrano di Pimco, “perché lo scorso anno a Roma c’era un governo fortemente anti-euro e c’erano molte tensioni sullo spread”. Ora, invece, Pimco intravede all’orizzonte un mercato più tranquillo, grazie anche alle posizioni filo europeiste del nuovo governo Pd-5Stelle e  del ministro dell’economia, Roberto Gualtieri. Mai ha presentato la view di Pimco nel corso di un incontro con la stampa  tenutosi oggi a Milano, nella sede italiana della società, alla presenza del country head Alessandro Gandolfi(nella foto a sinistra).

La posizione sui Bund tedeschi di Pimco è neutrale, visto che i titoli di stato della Germania con scadenza decennale hanno un rendimento negativo dello 0,4% e non sono dunque un affare. Più interessanti, agli attuali livelli di prezzo sono appunto i Btp italiani che, nelle scadenze decennali rendono circa l’1% su base annua, con un differenziale  (spread) di 140 punti base (1,4%) rispetto ai Bund di uguale durata. Nei prossimi mesi, lo spread potrebbe ridursi anche se Pimco non fa previsioni dettagliate sui possibili movimenti del differenziale d’interesse. Mai ci tiene però a precisare che, nonostante lo scenario di breve e medio termine sui Btp, nel lungo termine permangono le debolezze strutturali dell’economia del nostro Paese. Positiva anche la view della casa di gestione statunitense sugli altri titoli di stato dell’Europa periferica, in particolare la Spagna.

Nel settore obbligazionario la preferenza di Pimco è però verso  l’obbligazionario statunitense, piuttosto che su quello europeo,  visto che la Federal Reserve ha maggiori spazi di manovra sui tassi, per abbassarli in caso di necessità, rispetto alle altre maggiori banche centrali, che invece oggi sembrano aver esaurito le proprie munizioni. Per quanto riguarda l’outlook generale sullo scenario macro e sui mercati, la casa statunitense ritiene oggi più lontano l’arrivo di una recessione globale, grazie anche all’affievolirsi delle tensioni commerciali tra Usa e Cina. Aumenta però il potenziale di perdite per gli investitori quando la recessione arriverà, proprio perché i margini di intervento delle banche centrali a sostegno dell’economia sono limitati. Posizioni favorevole di Pimco anche verso i titoli obbligazionari con rendimento legato all’inflazione. Nei paesi Ocse il calo del tasso di disoccupazione spinge i salari un po’ verso l’alto, con conseguenze rialziste anche sui prezzi al consumo. Nel lungo termine, ha sottolineato Mai, resta però uno scenario di bassa inflazione, poiché ci sono fattori come la globalizzazione, la concorrenza internazionale e i cambiamenti dirompenti della tecnologia, che tengono sotto pressione il potere salariale dei lavoratori.

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