Borsa Italiana, la Consob vieta le vendite allo scoperto per tre mesi

La Consob interviene in modo ancor più deciso sulle vendite allo scoperto. Infatti, dopo i provvedimenti di divieto già adottati nelle sedute del 13 e del 17 marzo, la scure è scattata adesso per ogni forma di operazione speculativa ribassista, anche effettuata tramite derivati o altri strumenti finanziari. Lo si apprende da un comunicato dell’authority, il quale precisa che sono vietate anche le operazioni ribassiste intraday e che il divieto durerà tre mesi. La decisione di applicare misure restrittive sull’intero listino, spiega la Commissione, e’ stata adottata con l’obiettivo di ripristinare l’integrità del mercato, anche alla luce delle misure eccezionali sulle vendite allo scoperto adottate nei giorni scorsi dall’Esma e dalle autorità di vigilanza di Spagna, Francia e Belgio.

Riguardo la seconda delibera adottata, L’autoirità di Borsa spiega che il provvedimento, adottato ai sensi dell’articolo 120 comma 2-bis del Testo unico della finanza (Tuf), fissa – ferme restando le soglie gia’ previste dalla normativa vigente – soglie inferiori al superamento delle quali scatta l’obbligo di comunicare la partecipazione nelle quotate (fissata ora all’1% per le società non Pmi e al 3% per le Pmi e valida, salvo revoca, per tre mesi). La delibera ha effetto sulle 48 società quotate al mercato telematico azionario di Borsa Italiana, indicate nell’elenco allegato al provvedimento Consob e individuate secondo una griglia di criteri che fa riferimento ad una capitalizzazione superiore ai 500 milioni di euro e agli assetti proprietari (sono escluse le società controllate di diritto).

 

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