Carmignac, uno sguardo a tutti i temi caldi dei mercati

Didier Saint-Georges, membro del Comitato Strategico di Investimento Carmignac, ha così commentato l’impatto del nuovo coronavirus sui mercati.

1 – Conseguenze della pandemia sull’economia mondiale

Non è la pandemia che mette in ginocchio le economie ma piuttosto le indispensabili misure di contenimento adottate per limitare la perdita di vite umane. È una scelta politica deliberata e perfettamente comprensibile, che apparentemente non ha limiti in termini di costi economici. Di conseguenza, è impossibile stimare l’entità di tali costi, che dipenderà dai progressi effettuati nella battaglia per sconfiggere il virus. I mercati attualmente riscontrano diverse difficoltà nel gestire questa incalcolabile incertezza. L’idea che la ripresa dell’attività economica segua una traiettoria a forma di “V” una volta finita la pandemia sembra ottimistica: gli shock violenti sono generalmente seguiti da un’isteresi – come avvenne nel 2008 – sotto forma di danni di lunga durata su fiducia, propensione al risparmio, occupazione e catene di approvvigionamento.

2 – Commento sulle dichiarazioni di Christine Lagarde del 12 marzo

Christine Lagarde ha sicuramente commesso un passo falso nel suo discorso, ma non è questo il punto centrale, in quanto il problema principale ha una duplice natura: da un lato il suo messaggio ha voluto veicolare un sostegno dalla portata limitata, l’opposto di un impegno illimitato ideato per rassicurare i mercati, proprio come successe con il “whatever it takes” di Mario Draghi nel 2012.

L’atteggiamento di Lagarde probabilmente rispecchiava la mancanza di consenso nella BCE a favore di un’azione straordinaria qualora fosse necessario; dall’altro, sottolineando – seppur giustamente – la necessità di un intervento finanziario da parte dei governi nazionali, ha messo in evidenza la mancanza di un attuale coordinamento tra la politica monetaria della BCE e la politica finanziaria dei singoli Stati e, quindi, quella dell’Unione europea.

3 – Il QE “pandemico” della BCE

Il QE “pandemico” della BCE Il Programma di acquisti di emergenza pandemica da 750 miliardi di euro annunciato ieri dalla BCE, che copre sia il debito sovrano che quello delle imprese, a tempo indeterminato e aperto, è una gradita e decisa inversione di tendenza rispetto all’annuncio della scorsa settimana. Era necessario. Ma non sarà sufficiente per mettere l’economia europea su una strada sicura, perché si tratta ancora di aggiungere altro debito al sistema, che non aiuterà a stimolare la domanda. A un certo punto, un reale e tangibile “coordinamento” con le politiche fiscali, a livello nazionale ed europeo, dovrà necessariamente essere messo in atto.

4 – Helicopter Money per l’economia globale?

Attualmente far ripartire l’economia non rappresenta una priorità assoluta, bensì è fondamentale evitare che il rallentamento dell’attività economica per diverse settimane provochi danni duraturi sulle imprese, in particolare le più piccole e fragili, ovvero gli artigiani e quelle attive nel settore dei beni di consumo. Si potrà pensare a pacchetti di stimoli fiscali solo nel momento in cui l’attività economica ripartirà. A quel punto, i governi avranno deficit maggiori rispetto a quelli attuali e le banche centrali avranno esaurito i mezzi convenzionali a disposizione, quindi occorrerà assolutamente ideare nuove soluzioni, tra cui, molto probabilmente, l’Helicopter Money o una “Teoria Monetaria Moderna”.

5 –Elezioni presidenziali USA

È chiaro che, inizialmente, Donald Trump abbia ampiamente sottostimato la gravità dell’epidemia e le sue ripercussioni negli Stati Uniti, mostrando una chiara mancanza di leadership. Inoltre, la solidità dell’economia del paese e l’invidiabile performance della borsa statunitense erano alcuni dei principali temi della sua campagna elettorale. La sua posizione in vista delle elezioni si è quindi sensibilmente indebolita rispetto a quella del probabile candidato del Partito Democratico, Joe Biden. Tuttavia mancano ancora quasi otto mesi alle elezioni presidenziali. L’evoluzione della situazione potrebbe confermare gli errori di giudizio di Donald Trump e offrire al suo avversario nuovi assi nella manica da sfruttare a suo favore, o potrebbe invece rappresentare un’opportunità per il Presidente per ripristinare la sua reputazione e stringere attorno a lui l’opinione pubblica americana in difficoltà. La partita è ancora tutta da giocare.

6 – I problemi di liquidità delle obbligazioni e l’aumento degli spread del segmento High Yield

Le obbligazioni sono un’asset class molto diversa dalle azioni perché, se l’emittente non fallisce, il detentore è sicuro di ritrovare, alla scadenza, il valore nominale dell’investimento. Di conseguenza il prezzo delle obbligazioni può essere estremamente volatile e possono presentarsi significativi problemi di liquidità, ma le obbligazioni degli emittenti che riusciranno a uscire indenni da questo periodo senza precedenti potrebbero offrire entry point molto interessanti. Gli investitori devono però dimostrare una fortissima tolleranza alla volatilità e, soprattutto, devono saper valutare con estrema precisione la solvibilità delle aziende.

7 – Il calo dei mercati finanziari

I mercati finanziari stanno vivendo un periodo di fortissima instabilità, non soltanto a causa della diffusione dell’emergenza del coronavirus ma anche perché il contesto finanziario e macroeconomico era diventato molto fragile. In effetti, negli ultimi dieci anni, l’azione delle banche centrali aveva sostenuto una performance senza precedenti dei mercati finanziari, mentre la crescita economica reale continuava a essere piuttosto lenta. Di conseguenza, visto che la crisi sanitaria provoca uno shock deflazionistico per via del crollo della domanda a cui banche centrali e governi non possono far fronte, i mercati devono prevedere delle drastiche ripercussioni in ambito economico. Probabilmente i mercati saranno molto instabili finché non riusciranno a quantificare queste conseguenze.

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