Bene le proposte di Assogestioni su Pir ed Eltif. E’ la posizione di Fabrizio Pagani (nella foto), ex capo della Segreteria Tecnica del Ministro dell’Economia e delle Finanze, che oggi lavora per la nota casa d’investimenti Muzinich&Co, in cui ricopre la carica di capo globale delle strategie. In questa intervista Bluerating.com Pagani analizza lo scenario attuale che riporta alla memoria la grande crisi del 2008-2009.
Dottor Pagani, come giudica questo momento? Vede qualche somiglianza con la precedente crisi del 2008? Che momento sta vivendo il tessuto imprenditoriale italiano?
Il momento di crisi che stiamo vivendo oggi presenta delle caratteristiche profondamente differenti rispetto ai precedenti, in particolare quello più recente del 2008. In primo luogo, si tratta di uno shock esogeno al sistema economico, mentre nel 2008 avevamo assistito ad una crisi originata dal sistema finanziario; in secondo luogo, questo shock risulta essere “simmetrico”, poiché sta colpendo tutti i paesi quasi nello stesso momento. La crisi attuale ha infine un’ulteriore caratteristica eccezionale rispetto ai canonici momenti di incertezza osservati fino d oggi: generalmente, in un momento di crisi, l’invito di tutti, dagli attori economici agli attori politici, è quello di cercare di tornare a produrre e a rilanciare l’economia nel più breve tempo possibile; oggi invece l’invito che ci viene rivolto è quello di cercare di sospendere le attività accessorie, lasciando aperte – giustamente – solo quelle necessarie.
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L’Italia è tra i Paesi più colpiti da questa emergenza sanitaria ed è anche il Paese che è stato colpito prima – almeno a livello europeo. Questo ci ha dato al contempo l’onere e la responsabilità di essere esempio a livello europeo, sia sul fronte delle misure sanitarie che di quelle economiche. Personalmente, credo che il Governo abbia adottato misure giuste – come ad esempio quelle su cassa integrazione, sospensione dei pagamenti, gli interventi sulla liquidità e così via – per provare quantomeno a traghettare il Paese fino al momento in cui l’attività economica potrà essere ripresa. È ovvio che queste misure abbiano un costo ma in questo momento credo sia necessario assumere ogni tipo di possibile iniziativa per salvaguardare l’intero sistema economico produttivo italiano.
Cosa pensa dell’andamento dei mercati?
I mercati sono stati piuttosto turbolenti in questo mese e temo che lo saranno anche nelle prossime settimane. Certo non con la stessa volatilità che ha caratterizzato queste ultime sessioni di Borsa, ma certamente fin quando gli operatori non vedranno confermato un trend positivo che indichi la luce alla fine del tunnel, in termini ad esempio di calo di contagi o di riduzione sensibile del numero di decessi, non mi aspetto una grande ripresa dei mercati. Credo ci sia bisogno di avere una visibilità, più o meno chiara, sul momento in cui l’attività economica potrà riprendere.
Prima delle misure intraprese dalla Bce abbiamo osservato nuovamente un aumento dello spread. Ritiene possa essere un tema di cui preoccuparsi?
Non credo, le misure intraprese dalla Bce si stanno dimostrando appropriate e sufficienti ad eliminare la minaccia di uno spread troppo elevato, cui avevamo assistito nei giorni scorsi. I programmi messi in atto dalle banche centrali, dalla Bce come dalla Fed, si stanno rivelando certamente molto aggressivi; personalmente, spero possano rivelarsi anche risolutivi.
Dottor Pagani, lei viene indicato come il padre, l’ideatore dei Pir, cosa pensa della proposta del presidente di Assogestioni Tommaso Corcos? Più in generale, quanto bisogno hanno le nostre Pmi di trovare fonti di finanziamento alternative?
Le confesso che ho letto con piacere la proposta del presidente di Assogestioni Tommaso Corcos. L’iniziativa di portare il risparmio delle famiglie italiane anche verso asset meno liquidi è un’idea cui abbiamo sempre lavorato ma che purtroppo non è mai riuscita realmente a decollare. Ne abbiamo discusso molte volte con Tommaso Corcos. Si tratta di un’operazione certamente difficile, ma altrettanto necessaria, oggi più che mai, per poter dare l’appoggio e il supporto necessario alle nostre pmi. Alla ripartenza, infatti, ci saranno molte imprese che avranno bisogno di capitale e finanziamenti, non solo sul lato equity ma anche, e forse soprattutto, sul lato debito. Il rischio addizionale per le nostre imprese più piccole, qualora non dovessero ricevere l’appoggio e il supporto della cosiddetta finanza popolare diffusa, è di sparire o venire fagocitate. Speriamo che in questo periodo storico, in cui tutta l’Italia si sta stringendo in difesa del proprio Paese, il tratto patriottico dei Pir possa rivelarsi un ulteriore strumento di difesa delle ricchezze del tessuto imprenditoriale italiano.
Cosa ne pensa dunque della proposta di Assogestioni di mutuare i limiti previsti dalla normativa sugli Eltif?
La proposta di Assogestioni prevede di innalzare i limiti previsti dalla normativa sugli Eltif, o Pir alternativi, che contemplano attualmente una soglia di 150mila euro all’anno per un importo complessivo non superiore a 1,5 milioni di euro. Io mi trovo sostanzialmente d’accordo, poiché gli Eltif nascono per essere destinati ad una clientela più patrimonializzata e quindi molto più vicina al segmento affluent. È chiaro che la maggiore disponibilità patrimoniale e la maggiore propensione a investimenti lungo termine di questo segmento di clientela sia cruciale per la buona riuscita di questa iniziativa. Altrettanto cruciale è, in questo senso, l’estensione dei benefici fiscali previsti dalla normativa Pir anche a favore dei piani di risparmio alternativi, così da poter garantire flussi di investimento importanti anche verso le asset class meno liquide.