Paradisi fiscali, Paesi Bassi e Irlanda veicoli di capitale fantasma

Ammettiamolo: la questione paradisi fiscali rimane sempre al centro dell’attenzione dei mercati globali. E ora nel mirino troviamo due Paesi in particolare, ovvero Olanda (che ricordiamo dal 2020 deve essere chiamata esclusivamente con la denominazione “Paesi Bassi”) e Irlanda.

Ne parla un articolo del Sole24Ore a firma di Antonio Coppola e Matteo Maggiori, di cui riportiamo alcune considerazioni.

Secondo l’articolo entrambi i Paesi sembrano attrarre sedi legali di società che però nella realtà hanno scarsa presenza sul territorio nazionale. Questo perché il loro modello economico attira enormi capitali esteri, tassandoli poco o nulla. Queste percentuali, seppur esigue, riescono però a generare notevoli introiti quando applicate a imponibili molto alti. Per tale motivo i Paesi Bassi e l’Irlanda possono essere identificati come veicoli di “capitale fantasma”, ovvero capitale che ha questi Paesi come destinazione solo nominalmente. Gli Stati Uniti ufficialmente investono 449 miliardi di dollari in obbligazioni e azioni emesse da compagnie irlandesi e 518 miliardi in quelle olandesi. In realtà queste compagnie non sono né irlandesi né olandesi, ma semplicemente scatole legali vuote.

Nell’articolo viene riportato anche recente studio con Brent Neiman della University of Chicago e Jesse Schreger della Columbia University abbiamo rintracciato questi capitali in giro per il mondo, passando dalle Isole Vergini Britanniche alle Cayman e oltre. Il capitale investito in obbligazioni emesse da società olandesi rimane solo per metà nei Paesi Bassi. Il 29% finisce altrove nell’Eurozona, il 4% negli Stati Uniti e il 3,5% in Brasile. Anche in Irlanda la situazione non differisce particolarmente. Il 58% del valore delle azioni esistenti sul mercato ed emesse da società irlandesi è in realtà emesso da imprese USA. Molte multinazionali americane difatti eseguono un’esterovestizione societaria, registrando la sede legale della società capogruppo in Irlanda per ridurre la tassazione dell’intero gruppo.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!