Mercati, occhi puntati verso l’America a gennaio

Sostenibilità, infrastrutture, mercati emergenti e situazione americana. Sono queste le parole chiave del 2021 per Olivier de Berranger, Chief Investment Officer di La Financière de l’Echiquier. Le prime tre, com’è ovvio, sono temi d’investimento che emergeranno con maggiore forza nel mondo post pandemico che si profila. La quarta, invece, è una coda delle elezioni americane che hanno visto vincere il candidato democratico, Joe Biden. Per il gestore, infatti, le elezioni per il Senato in Georgia all’inizio di gennaio potrebbero avere grossi effetti sui mercati: se i due seggi di questo Stato finissero nello schieramento democratico, quest’ultimo otterrebbe la maggioranza anche in Senato. “Assisteremmo quindi probabilmente, in un primo momento, all’adozione di misure di stimolo fiscale più massicce, vantaggiose per l’economia e i mercati. A lungo termine, però, Biden avrebbe la possibilità di aumentare le tasse, un fatto temuto dai mercati che potrebbero essere impattati, soprattutto negli Stati Uniti”.

– Nel 2021 quali saranno i temi d’investimento più forti? I titoli tecnologici continueranno ad andare forte come nel 2020, oppure ci sarà una rotazione a vantaggio di titoli value che hanno patito di più durante la pandemia?

L’orizzonte 2021 si sta schiarendo grazie alla prospettiva di vaccini efficaci contro il Covid-19 e di campagne vaccinali che inizieranno prossimamente. Insieme agli aiuti, sempre cospicui, messi a disposizione dalle banche centrali e ai piani di stimolo fiscale dei governi, riteniamo che questa prospettiva crei un contesto favorevole per gli asset a rischio, e in particolare per i titoli ciclici/value che trarrebbero beneficio dall’inizio di un nuovo ciclo economico. I titoli tecnologici, detenuti in massa e dalle elevate valorizzazioni in alcuni casi, potrebbero essere messi sotto pressione anche se non dobbiamo dimenticare che il settore è il grande vincente strutturale della recente crisi visto che non si fermerà la tendenza alla digitalizzazione sia dell’economia sia della vita in generale.

– Il grande trend globale riguarda la sostenibilità. In questo senso, quali consigli operativi potete dare ai consulenti? Su quali settori, aree geografiche e attività è meglio puntare in un’ottica di medio e lungo termine?

È sempre il momento giusto per interessarsi di SRI! Questo trend fondamentale, che va ben oltre la finanza, risponde alle grandi sfide e alle preoccupazioni per i prossimi decenni. Piuttosto che temi o settori particolari il punto più importante, secondo noi, consiste nel cercare gli approcci ESG più solidi. I riflettori puntati sul SRI hanno indotto la maggior parte dei player a inserire i criteri ESG nella loro gestione. Vista la diversità degli approcci proposti dobbiamo tuttavia ricercare le migliori pratiche, gli approcci più stringenti, che hanno le maggiori probabilità di creare valore nel lungo termine e sortiranno l’impatto più positivo sull’economia e sul pianeta.

– L’avvento alla presidenza Usa di Joe Biden che effetti avrà sui mercati? Anche voi prevedete un trend ribassista come qualcuno ipotizzava alla vigilia delle elezioni in caso di vittoria del candidato democratico?

In questa fase, l’elezione di Joe Biden non ha preoccupato i mercati dato che il Congresso americano rimane diviso: i Repubblicani hanno mantenuto il Senato, i Democratici la Camera dei Rappresentanti. Il nuovo presidente americano sarà quindi inevitabilmente portato a ridimensionare nettamente le ambizioni del suo programma che preoccupavano maggiormente gli investitori, a cominciare dall’aumento delle imposte sulle società. Ciononostante, dobbiamo tenere d’occhio le elezioni per il Senato in Georgia all’inizio di gennaio. Se i due seggi di questo Stato finissero nello schieramento democratico, quest’ultimo otterrebbe la maggioranza anche in Senato. Assisteremmo quindi probabilmente, in un primo momento, all’adozione di misure di stimolo fiscale più massicce, vantaggiose per l’economia e i mercati. A lungo termine, però, Joe Biden avrebbe la possibilità di aumentare le tasse, un fatto temuto dai mercati che potrebbero essere impattati, soprattutto negli Stati Uniti.

– Ci sono temi d’investimenti ignorati da tutti e sui quali, invece, voi credete tanto? Ci potrebbe fare qualche esempio?

Non è un tema trascurato, tutt’altro! Riteniamo però che la quota riservata agli asset emergenti, e in particolare asiatici, nell’asset allocation tradizionale, rimanga troppo limitata alla luce dello stato di salute economica e del crescente peso sulla scena economica e geopolitica di questi Paesi, guidati naturalmente dalla Cina. L’accesso sempre più facile agli asset di queste geografie, con la possibilità, ad esempio, di acquistare azioni domestiche cinesi o titoli di stato cinesi, depone a favore di un maggiore interesse per gli stessi asset da parte degli investitori europei. Tanto più che, in termini economici, l’Asia si sta indubbiamente profilando come il grande beneficiario della crisi.

E che dire del tema infrastrutture?

Per quanto concerne le economie sviluppate potremmo citare il tema delle infrastrutture. Negli Stati Uniti, come in Europa del resto, molte infrastrutture stanno invecchiando, che richiederebbero importanti programmi di adeguamento. Se questo dovesse finalmente accadere (era una promessa elettorale di Donald Trump che non è riuscito a mantenere), tutte le aziende collegate, in particolare nell’edilizia, i nuovi materiali e l’energia pulita, potrebbero trarre vantaggio da appalti pubblici di grande portata.  

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!