Criptovalute, la megatruffa italiana da 120 milioni di euro

Aveva denunciato l’attacco hacker più grande mai visto in Europa presso la sua piattaforma, ma in realtà sarebbe stato lui stesso a svuotare i conti di 230mila risparmiatori e a far sparire la bellezza di 120 milioni di euro in criptovaluta. Fino ad arrivare al fallimento della sua stessa società. Questo è quello di cui è accusato un imprenditore – un 34enne fiorentino ora interdetto all’attività d’impresa per un anno – dalla Procura di Firenze, a seguito di indagini compiute dalla polizia postale. A riportare la notizia è Il Messaggero di martedì 22 dicembre, che parla di un’indagine partita nel febbraio 2019, proprio dopo la denuncia dell’uomo che aveva segnalato la sparizione di circa 120 milioni della criptovaluta “Nano” Xrp. Il furto, secondo le sue dichiarazioni, era stato realizzato sfruttando un bug del protocollo Nano ed effettuando illecite transazioni, tutte relative a gennaio 2018.

La procura, dunque, ha disposto una perizia per stabilire come fossero spariti i soldi e come fosse stata hackerata la piattaforma. E dopo i primi sospetti, dovuti alle dichiarazioni contraddittorie dell’imprenditore, è emerso che il sistema non era stato violato da alcun hacker.  L’ammanco è avvenuto durante la normale attività dell’exchange da parte di normali utenti registrati come tutti gli altri, inserendo la propria email e i propri dati e utilizzando il proprio wallet assegnato direttamente dall’exchange. Le verifiche successive porteranno quindi allo stesso imprenditore che, dopo avere svuotato la società, portandola al fallimento, aveva reinvestito i proventi in un’altra azienda. Ora dovrà rispondere delle accuse di frode informatica, auto-riciclaggio e bancarotta fraudolenta.

 

 

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