Giappone e dollaro gli asset favoriti

A cura di Investment Strategy & Research, Private Banking & Wealth Management, Credit Suisse
High conviction sulle azioni nipponiche Abbiamo per lungo tempo sostenuto che le azioni nipponiche avrebbero registrato un’outperformance, inizialmente per via dell’impatto dell’indebolimento del JPY e ora per ragioni più interne. Sembra che le negoziazioni salariali stiano producendo guadagni a sostegno della domanda interna e che riducono i rischi di deflazione. Nel contempo, i grandi investitori nazionali si stanno spostando verso le azioni interne ed estere, mentre le società nipponiche si stanno da ultimo dichiarando disposte a versare dividendi più elevati agli azionisti. Pertanto riteniamo che, per le azioni giapponesi, verranno meno eventuali impatti temporanei del consolidamento del cambio USD/JPY; prevediamo un’outperformance delle azioni blue chip nei beni di consumo ciclici e industriali. Restiamo altresì positivi sulle azioni dell’Eurozona e su altri mercati che traggono vantaggio dall’allentamento monetario, in particolare Australia e Cina. Un’uscita involontaria della Grecia dall’Eurozona resta un rischio, ma prevediamo che eventuali impatti negativi interesseranno di più i titoli di credito dell’Eurozona che non le azioni di tale area.
L’USD resta la nostra valuta favorita La Fed statunitense potrebbe non alzare i tassi d’interesse fino a giugno, ma è ancora chiaramente sulla strada della normalizzazione dei tassi, a meno che il mercato del lavoro dovesse indebolirsi o l’inflazione, contro ogni previsione, non dovesse raggiungere un minimo. Le prospettive di un rialzo dei tassi continueranno, a nostro giudizio, a sostenere l’USD, e considereremmo ogni ribasso nel breve termine come un’opportunità per acquistare il biglietto verde rispetto alla gran parte delle valute dei mercati sviluppati ed emergenti (ME). Due divise spiccano con una prospettiva neutra rispetto all’USD: il JPY, che è già fortemente sottovalutato, e la GBP che, al di là dei rischi elettorali nel breve termine, è sostenuta da un’economia in una fase del ciclo economico analoga a quella degli USA. Il CHF si è rafforzato dopo la revisione della politica trimestrale della BNS e la banca centrale non ha espresso particolari timori in merito ai costi economici del suo recente cambio di politica. Manteniamo un giudizio neutrale sul cambio EUR/CHF.
Nel reddito fisso, titoli di credito high yield e dei mercati emergenti I rendimenti dei titoli di Stato sono scesi dopo la dichiarazione del FOMC e sono su livelli poco interessanti per gli investitori che ritengono che le banche centrali otterranno da ultimo un successo nella loro «guerra reflazionistica». Per gran parte dei titoli di Stato, i rendimenti sono decisamente al di sotto del valore equo e le prospettive di rendimento complessivo sono tutto fuorché allettanti. Continuiamo pertanto a focalizzarci sulle obbligazioni high yield e dei ME nell’ambito della nostra strategia per il reddito fisso. Tra i nostri titoli di credito favoriti dei ME rientrano Indonesia, Sudafrica, Messico e Perù e, per gli investitori disposti ad assumersi un ulteriore rischio creditizio, continuiamo a preferire l’Argentina a Venezuela e Brasile. Le obbligazioni dei ME in valuta locale traggono vantaggio dall’allentamento delle politiche monetarie, ma valute più deboli creano problemi, in particolare dal punto di vista di un investitore in USD o GBP.
Giudizio negativo sull’oro; neutrali sui REIT del Regno Unito e dei ME In un mondo caratterizzato da un ulteriore rafforzamento dell’USD e, da ultimo, da un rialzo dei tassi d’interesse statunitensi, l’oro dovrebbe registrare un’underperformance. Anche i modelli dei grafici tecnici sono negativi. Tuttavia le commodity sono considerate ancora neutrali a livello complessivo, così come il settore immobiliare, sulla base del nostro costruttivo giudizio di crescita globale. Segnaliamo due variazioni nel settore immobiliare: un giudizio più neutrale (in precedenza outperform) sui REIT britannici per via delle valutazioni care e dei dati tecnici negativi, che vanno a controbilanciare i fondamentali positivi; e un giudizio neutrale (in precedenza underperform) sui REIT dei ME in virtù delle valutazioni poco dispendiose.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!