Corporate e high yield per trovare rendimenti: la view di Anima

A cura di Armando Carcaterra, Direttore Investimenti di Anima Sgr
L’esposizione fa ancora la differenza Il Qe della Bce ha determinato al momento due conseguenze sui mercati: ulteriore compressione degli spread e dei rendimenti e rafforzamento del dollaro a scapito della moneta unica. Ne è un esempio evidente la curva dei rendimenti dei titoli di stato italiani, che all’indomani dell’annuncio del Qe da parte della Bce del 21 gennaio, si è abbassata su tutte le scadenze, pur da livelli già molto bassi. I tassi restano dunque ai minimi storici e pertanto, a nostro parere, l’approccio da mantenere per rendere più efficiente il portafoglio obbligazionario, continua ad essere quello di prevedere un’esposizione diversificata alle valute. Sul fronte dei titoli governativi, all’interno dei portafogli dei nostri fondi obbligazionari, restiamo focalizzati sulla “Periferia”, ma crediamo che per i titoli di stato italiani le opportunità più interessanti, se pur con ritorni molto più contenuti, si trovino fra le scadenze a lungo termine e quando possibile, l’attenzione si debba rivolgere anche ai titoli trentennali, oltre che ai Btp legati all’inflazione (inflation linked).
Corporate bond e high yield: supporto dalla ricerca di extra-rendimento Anche le obbligazioni societarie, se pur non direttamente interessate dagli acquisti della Bce, otterranno comunque benefici dall’immissione di liquidità e dalla ricerca di extra-rendimento, perciò l’idea su questi due segmenti si mantiene costruttiva con una preferenza per il rischio credito rispetto al rischio tasso. In generale i portafogli corporate di Anima presentano un sottopeso di duration, in un contesto di sempre maggior diversificazione, e un sovrappeso di beta; si preferisce ancora avere emissioni con rendimenti più elevati, ma su orizzonti temporali ravvicinati o con un grado di seniority inferiore, a scapito di emissioni di migliore qualità ma con scadenza più lontana.
I fondi corporate non hanno comunque modificato l’esposizione al mercato nel corso dell’ultimo mese; permane del resto l’idea che gli spread non siano particolarmente attraenti in relazione alla fase del ciclo economico. In termini di allocazione settoriale si conferma una marginale preferenza per utility, industriali e telefonici. Sotto la spinta della Bce, inoltre, siamo ritornati positivi anche sull’asset class degli high yield europei, che ha ritrovato valutazioni maggiormente generose.

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