Piacentini (Oyster): “Il peggio è passato e l’economia si sta stabilizzando”

A cura di Alfredo Piacentini, gestore di Oyster Italian Opportunities
Tenuto conto di bassi prezzi del greggio, di una politica monetaria della Bce molto accomodante, della debolezza dell’euro e di una politica fiscale favorevole, lo scenario macroeconomico in Italia continua chiaramente a guadagnare slancio. Le previsioni ufficiali sulla crescita del Pil sono infatti state riviste al rialzo (per la prima volta in molti anni), passando dallo 0,6% allo 0,8%, accompagnate dal continuo miglioramento dell’indice PMI manifatturiero che raggiunge quota 52, e da un calo del tasso di disoccupazione per il secondo mese consecutivo sceso al 12,6% rispetto al picco del 13,2% di novembre 2014.
In questo contesto gli indici della fiducia dei consumatori e delle imprese hanno registrato un importante miglioramento, toccando i livelli più alti rispettivamente dal 2002 e dal 2007. Anche le immatricolazioni di auto nuove hanno messo a segno una crescita a due cifre. Per di più, le riforme sono in corso e proseguono a un ritmo sempre più rapido, ne è la prova l’approvazione della legge di stabilità e del Jobs Act. Il 24 marzo, il Senato ha approvato il decreto sulle banche che contiene la riforma delle Popolari e per finire continuano le discussioni sull’ipotesi di creazione di una “bad bank” pubblica.
Anche se il paese potrebbe non essere ancora fuori dalla crisi, il peggio è passato e l’economia si sta stabilizzando: il processo di ripresa è in corso. Sebbene si preveda che il mercato continuerà ad essere volatile anche quest’anno, il rapporto rischio/rendimento sembra molto interessante. Il mercato italiano è un elemento fondamentale per la ripresa dell’eurozona: le valutazioni restano convenienti e lo spread tra i rendimenti azionari e dei BTP non è mai stato così elevato.
Nonostante l’andamento positivo registrato dall’inizio dell’anno, il mercato conserva un potenziale di rialzo. Rafforziamo le motivazioni che ci portano a sostenere una tendenza rialzista del mercato italiano:
1. Dati sugli utili migliori delle aspettative con revisioni positive in corso.
2. Valutazioni e rendimenti interessanti in termini assoluti e relativi.
3. Azioni del governo.
4. Attività di fusione e acquisizione. In questo settore, nelle ultime settimane emergono diverse operazioni (Pirelli, World Duty Free, Yoox, Sorin) e si prevede una serie di consolidamenti tra le banche cooperative.
Fondo OYSTER Italian Opportunities: approfittare del miglioramento dello scenario macroeconomico.  In questo scenario macroeconomico positivo, il mercato italiano ha chiuso il mese di marzo con una performance del +4,14%, la migliore rispetto agli indici europei. Le piccole e medie capitalizzazioni hanno sovraperformato grazie in particolare al contributo dei titoli finanziari e ciclici, mentre i titoli del settore energetico e delle telecomunicazioni hanno sottoperformato. Tuttavia, dati i forti afflussi di capitali sul mercato, la differenza tra le valutazioni delle small/mid cap rispetto ai titoli delle big cap si è ridotta e a questo punto ciò che conta è lo stock picking.
Il fondo ha chiuso il mese con una performance del +6,25%, sovraperformando l’indice di 211 pb. Dall’inizio dell’anno il fondo ha registrato un rialzo del 26,13%, superando l’indice di oltre il 3%. I titoli che hanno sostenuto maggiormente la performance nel corso del mese sono stati FiatChrysler, FinecoBank e Pirelli. FiatChrysler è stato favorito dai dati positivi relativi alle immatricolazioni di auto nuove e dalle ipotesi sul valore dell’imminente quotazione in Borsa di Ferrari. Il titolo FinecoBank è stato oggetto ancora una volta di acquisti record a febbraio. E per finire Camfin ha annunciato la vendita della quota detenuta in Pirelli (26%) a China National Tire&Rubber al prezzo di €15per azione.
Nel corso del mese abbiamo aumentato l’esposizione a Telecom Italia. Si tratta di una scommessa sul valore interno (è il più conveniente tra i suoi omologhi europei) con la futura entrata in gioco di catalizzatori che possono creare valore per gli azionisti: 1. la vendita di TIM Brazil (n°2 nella telefonia mobile, di cui Telecom Italia detiene i 2/3); 2. consolidamento a livello nazionale in un mercato della telefonia mobile saturo (possibile fusione tra Wind e H3G); 3. cessioni di attività (Towers, TI Media); 4. scioglimento della holding (Telco) che può provocare un’attività di fusione e acquisizione. Per quanto riguarda l’attività core, il nuovo business plan presentato a febbraio ha messo in evidenza i seguenti punti: 1. stabilizzazione dell’EBITDA interno con miglioramento previsto per il 2017 e proseguimento della crescita in Brasile; 2. investimenti per €14,5 mld: accelerazione degli investimenti interni e incremento della copertura di rete; 3. riduzione della leva finanziaria a 2,5 volte nel 2017 (rispetto a 3 volte).
La ripartizione del portafoglio non è cambiata con imprese nazionali da una parte (banche, immobiliare, trasporti, edilizia) e leader nei mercati di nicchia dall’altra (settore industriale, componentistica auto, salute). A ciò si aggiunge la suddivisione del fondo in 3 comparti: Ristrutturazione (Finmeccanica, FiatChrysler), Posizionamento unico (Fineco, EI Towers) e Situazioni speciali (Telecom Italia, Cattolica).
I consulenti per gli investimenti privilegiano i titoli industriali e del settore dei beni di consumo voluttuari che traggono vantaggio dalla ripresa in Italia e in Europa, dall’euro debole, dal miglioramento dell’accesso al credito, dalla diminuzione del costo del debito e delle materie prime, da una forte leva operativa e da un aumento del potere di acquisto dei consumatori (riduzione delle tasse, dei prezzi del petrolio e della disoccupazione). I settori dell’energia e delle utility restano quelli maggiormente sottopesati a causa della mancanza di catalizzatori e di visibilità. Per quanto riguarda il settore bancario, abbiamo riposizionato il portafoglio aumentando la ponderazione delle banche regionali.
A fine mese il fondo presenta metriche interessanti, dato che è scambiato allo stesso prezzo del mercato, sulla base dell’indice FTSE Italia All-Share, ma con una crescita dell’utile per azione maggiore e un incremento dei margini operativi e netti a cui si aggiunge un rapporto fondi propri/indebitamento a lungo termine in diminuzione rispetto al benchmark.
oyster ita opp

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!