Oro, il trend primario resta ribassista

a cura dell’Ufficio Studi di Sofia SGR

La prima parte del 2015 è stata all’insegna dell’incertezza per l’oro: in un primo momento, a gennaio, ha registrato un’impennata al rialzo (+10%), trascinato da dati macroeconomici statunitensi più deludenti del previsto e dalla decisione della Swiss National Bank di eliminare il livello di cambio minimo (peg) tra Euro e Franco svizzero; poi, dopo il meeting del Federal Open Market Committee del 27-28 gennaio, che ha restituito pieno credito alle aspettative di un aumento dei tassi US entro settembre 2015, il metallo giallo ha subìto un significativo ritracciamento al ribasso, in linea con il proprio trend di prezzo tracciato nell’ultimo triennio.

Il trend ribassista di lungo termine inaugurato nel 2013 pare poter proseguire: in un contesto di ripresa macroeconomica, di atteggiamento hawkish della Federal Reserve, di rialzo ormai imminente dei tassi US e di aumento dell’offerta di metallo giallo a fronte di un livello di domanda deludente ormai da molti mesi – soprattutto in Asia – difficilmente il prezzo dell’oro potrà invertire il trend e intraprendere una dinamica rialzista significativa.

Nella view delle numerose controparti istituzionali con cui ci interfacciamo costantemente, il “Caso Base” prevede quasi all’unanimità una diminuzione del prezzo dell’oncia nel corso dei prossimi due anni, sebbene con una dinamica di prosecuzione del trend graduale. I fattori da monitorare per valutare possibili ingressi long tattici di breve periodo su questo “Safe Haven” risultano principalmente di natura geopolitica e tecnica. In particolare, se le principali tensioni geopolitiche (accordo nucleare tra Stati Uniti e Iran, situazione greca, conflitto russo-ucraino) dovessero divampare, risvegliando le ansie deflazionistiche del mondo finanziario, lo scenario di mercato diventerebbe certamente più favorevole a un apprezzamento dell’oro.

Nella nostra view, in un mondo che sta dimostrando la volontà di credere meno alla deflazione e più alla crescita dell’attività economica, viene meno il primo sostegno all’oro, bene rifugio per eccellenza. Inoltre il dollaro US, le cui oscillazioni hanno storicamente una correlazione inversa con il prezzo dell’oro, pur avendo già raggiunto livelli di quotazione molto elevati, in ottica di medio e lungo periodo ha tutte le carte in regola per proseguire nel rally di robusto apprezzamento iniziato nel 2014. In questo scenario macroeconomico, i fattori geopolitici e tecnici che possono sostenere l’oro risultano catalyst “deboli”, in grado di evitare un vero e proprio collasso e di rallentare la discesa del metallo giallo, ma non di frenarla.

Il trend primario di medio-lungo termine è chiaramente ribassista per l’oro. Le previsioni suggeriscono una caduta pari al 50% dai massimi di metà 2011 verso target 960-1000$ (il mercato da allora ha già perso il 41%). La fase di ripresa di Gennaio si è interrotta sulla resistenza del canale ribassista, e il susseguente movimento al ribasso, dopo aver trovato supporto nell’uptrend di breve periodo (linea rossa), ha ripreso forza. Il movimento ribassista potrebbe continuare fino a metà Aprile o fine Maggio.

Target di medio periodo 1045-1070$.

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