In attesa del FOMC

a cura di Fidelity Worldwide Investment

David Buckle, Responsabile della ricerca quantitativa di Fidelity Worldwide Investment, spiega perché non prevede un rialzo dei tassi nel breve termine. “La Federal Reserve (Fed) aveva previsto di innalzare i tassi a giugno poiché auspicava che nel frattempo l’inflazione si sarebbe rafforzata. Ma ciò non è accaduto, e indubbiamente il crollo delle quotazioni petrolifere non ha aiutato su questo fronte. Finché non aumenterà l’inflazione, dubito che la Fed interverrà. Per come stanno le cose, difficilmente i tassi aumenteranno prima del terzo trimestre 2015. Anzi, a nostro avviso, la tempistica più probabile si colloca nel quarto trimestre inoltrato, se non addirittura nel 2016”.

Sulla reazione dei mercati all’annuncio del tapering, che nel 2013 provocò un’ondata di volatilità, David Buckle dichiara: “Ritengo che un simile fenomeno non si ripeterà. All’epoca dell’annuncio del tapering, la Federal Reserve aveva dichiarato che non avrebbe innalzato i tassi nell’imminente futuro. E quando inaspettatamente fu annunciato che era giunto il momento di ripensare la politica monetaria, ciò scatenò una reazione forte sui mercati. Il rendimento sulle obbligazioni decennali era all’epoca sensibilmente superiore al tasso monetario e pertanto era possibile per gli investitori acquistare obbligazioni, prendendo a prestito con il tasso a breve termine e attuare una strategia basata sul carry. Un approccio che può essere adottato con successo in assenza di rischio di rialzi dei tassi. La Fed si è resa conto degli effetti negativi di un annuncio a sorpresa e sta agendo con molta cautela per evitarne il ripetersi. I suoi funzionari sono molto più prudenti nelle dichiarazioni che rilasciano, proprio per scongiurare un’altra reazione acuta dei mercati. Prevediamo quindi che la Fed non coglierà nuovamente di sorpresa gli investitori. Al contrario la Federal Reserve peserà molto di più le parole e l’annuncio del primo rialzo dei tassi, quando arriverà, sarà senz’altro formulato con cautela”.

Paolo Federici, Managing Director Southern Europe and Latin America di Fidelity Worldwide Investment ha aggiunto: “In un contesto in cui i bassi tassi sul debito governativo spingono gli investitori alla ricerca di rendimenti più interessanti, riteniamo che le strategie orientate al reddito possano risultare particolarmente premianti. In special modo esistono strumenti di investimento multiasset che hanno la caratteristica di offrire una grande diversificazione e quella di sapersi adattare nella maniera migliore alle diverse condizioni di mercato. Anche nell’ambito dei prodotti multi-asset occorre però fare delle distinzioni, in quanto solo gli strumenti più moderni prevedono l’introduzione in chiave opportunistica di asset class innovative come infrastrutture e prestiti, poco correlate ad azioni e obbligazioni e capaci si supportare i rendimenti anche in contesti di mercato mutevoli. A tal proposito il FF Global Multi Asset Income Fund (GMAI), il fondo flessibile dinamico di riferimento nella categoria dei multi-asset di ultima generazione orientati al reddito, consente di ottenere flussi di reddito elevati e stabili. Questo fondo ha infatti generato nel tempo un rendimento cedolare pari a circa il 5%, in linea con i target di distribuzione, ed ha offerto un rendimento complessivo superiore al 16% dall’inizio dell’anno e di oltre il 33% negli utlimi 12 mesi (dati al 26.04.15 in Euro). Questa è una ulteriore testimonianza della qualità di Fidelity negli investimenti multi-asset, come testimoniato dal premio Morningstar come Migliore Società Multi Asset che Fidelity si è aggiudicato per il secondo anno consecutivo grazie a qualità e costanza di rendimenti nel tempo”.

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