Quattro direttrici d’investimento per l’Europa

A cura di Oliver de Berranger, Direttore gestione fixed income e diversificati di Financière de l’Echiquier
Il gestore presenta l’outlook e la strategia di Echiquier ARTY, che recentemente ha superato 1 miliardo di euro di patrimonio. Echiquier ARTY, lanciato nel maggio del 2008, ha registrato un rendimento del +56,12% dal lancio e un rendimento annualizzato del +6,69%, con una volatilità media a 3 anni del 4.8%.
Quattro le tematiche su cui puntare:
–    società esposte alle valute (l’editore britannico Pearson, il gruppo italiano leader nel settore degli occhiali, Luxottica, e i produttori di apparecchiature aeronautiche Safran e Zodiac Aerospace);
–    società focalizzate sui beni di consumo (Daimler, Michelin, Kering, lo specialista di prodotti per la pulizia e farmaceutici, Reckitt Benckiser);
–    società con i migliori rendimenti da dividendo (Shell, Veolia Environnement, Scor o Stora Enso, la cartiera finno-svedese  che dovrebbe beneficiare del calo del petrolio e della crescita economica);
–    società esposte alla crescita dei mercati emergenti.
Azionario: focus sui dividend yield. Dopo il rialzo dei mercati di oltre il 15% da inizio anno, la zona euro diventa ancora più interessante. Riteniamo opportuno restare posizionati sull’azionario europeo in considerazione dei dividendi elevati e del calo
dell’euro rispetto al dollaro, molto favorevole alle aziende esportatrici, che non è stato però completamente prezzato dal mercato.
Oggi, la scarsa attrattività delle obbligazioni sovrane e corporale spinge gli investitori verso i mercati azionari. Tanto più che i rendimenti delle azioni sono almeno due volte più elevati rispetto alle obbligazioni.
Abbiamo inoltre, per la prima volta, riscontrato rendimenti da dividendi superiori a quelli delle obbligazioni di uno stesso emittente. Il bond a 10 anni di Daimler rende l’1% appena, mentre il suo dividendo arriva al 3%. E la tendenza dovrebbe essere sostenuta dal calo dell’euro contro il dollaro.
Europa in ripresa. Dallo scorso ottobre, la zona euro non fa che sorprendere al rialzo, con statistiche economiche migliori delle attese. Chiaramente non è ancora possibile vedere tutti gli effetti positivi della flessione dell’euro, a cominciare dal rapporto medio tra euro e dollaro pari a 1,3285 nel 2014 (così come nel 2013). L’euro si è addirittura apprezzato nel corso del 2014 rispetto a un paniere di valute. La divergenza tra revisioni degli utili e indici PMI depone a favore di una solida inversione di tendenza favorevole agli utili per azione.
Mario Draghi ha voluto rassicurare i mercati a inizio marzo dichiarando che l’acquisto di asset sarebbe stato accompagnato da un aumento della produzione di credito e da una ripresa dei consumi, sostenuta altresì dalla caduta dei prezzi del petrolio. Concretamente questo ha favorito i flussi verso l’Europa: in marzo, ad esempio, i flussi provenienti dagli USA sono stati mediamente tra i 5 e i 6 miliardi a settimana. I tassi negativi applicati in Svizzera e in Danimarca, divenuti efficaci di recente, costituiscono un forte incentivo agli investimenti. Insomma, i mercati azionari europei non sono che all’inizio del recupero del ritardo accumulato rispetto agli Stati Uniti.

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