Il super dollaro frena la crescita Usa e scuote la riunione del Fomc

Il Pil statunitense nel 1° trimestre 2015 è cresciuto dello 0,2% su base annualizzata, contro il +2,2% del trimestre precedente. Il dato è più basso rispetto alle attese del consensus, fissate a +1%, e non lontano dalle stime della Fed di Atlanta. Sul rallentamento del Pil hanno pesato, in particolare, la spesa per consumi personali, salita dell’1,9% contro il +4,4% del 4° trimestre, il tonfo dell’export (-7,2% contro il +4,5% del periodo precedente) e il calo degli investimenti fissi non residenziali (-3,4% da +4,7%). Le importazioni, che si sottraggono al dato, sono salite dell’1,8% dal 10,4% del 4° trimestre. Il violento apprezzamento del dollaro ha penalizzato principalmente l’export, mentre il basso costo delle merci importate non ha fatto lievitare l’import. Probabilmente la costante diminuzione dell’importazioni di petrolio potrebbe aver inciso sui dati. Non era difficile immaginarsi un impatto del dollaro forte, visto che le trimestrali che sono arrivate dai colossi americani nelle ultime settimane avevano anticipato un simile risultato.

Fomc Queste figure finiranno ora sul tavolo dei governatori della Fed che questa sera rilasceranno il consueto comunicato di politica monetaria. Cosa aspettarsi? A questo punto, la probabilità che la Fed decida di rialzare i tassi solo in autunno diventa maggiore. Gli operatori terranno l’attenzione rivolta a ogni singola parola del comunicato che lasci trasparire questa eventualità. Se così non fosse, i mercati potrebbero innervosirsi poiché sconterebbero non tanto l’ipotesi di un rialzo a giugno, ma che il ritmo di rialzo sarà serrato man mano che la crescita dell’economia guadagnerà forza nel corso dei prossimi trimestri.

Reazioni in Borsa I dati deboli hanno stanno penalizzando le quotazioni dei listini azionari in questo momento. A Wall Street, i listini azionari hanno aperto in territorio negativo. Questo effetto potrebbe durare sino a questa sera, quando il comunicato del FOMC potrebbe prendere atto della debolezza dell’economia Usa. Questa eventualità dovrebbe riportare un po’ di calma tra gli operatori, dopo la violenta volatilità a cui abbiamo assistito nelle ultime due settimane.

Sul fronte valutario, si deprezza il biglietto verde verso le principali valute mondiali a seguito della possibilità di un ritardo nell’azione FED. Il movimento non è stato ampio, nonostante il brutto dato sulla crescita, e questo confermerebbe che gli operatori preferiscono aspettare il comunicato del FOMC prima di dare seguito a una nuova ondata di vendite sul dollaro. Il cambio Eur/Usd, dopo aver aggiornato i massimi dal 5 marzo scorso, superando la resistenza a 1,1050, potrebbe tentare di lasciarsi alle spalle questo livello dopo le 20 di questa sera. La volatilità sulla pubblicazione del comunicato potrebbe essere molto forte, pertanto, raccomandiamo cautela.

di Vincenzo Longo, market strategist di IG

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