Sottopeso sugli Usa, privilegiati Asia e Giappone: la view di Axa

A cura del Team di Research & Investment Strategy  di Axa Investment Managers
Siamo sempre più preoccupati per il mercato statunitense. Non solo scambia su valori costosi rispetto al resto del mercato, ma l’utile per azione è del 15% superiore alla media e i margini di utile probabilmente scenderanno a causa
i) della forza del dollaro,
ii) della normalizzazione della politica monetaria, e
iii) dell’aumento del costo unitario del lavoro. La nostra previsione di crescita degli utili per i prossimi trimestri è pressoché pari a zero.
Certamente le condizioni del mercato hanno favorito diverse operazioni importanti di fusione e acquisizione. Crediamo che queste dinamiche continueranno a rappresentare un fattore positivo, ma dubitiamo che siano in grado di spingere il mercato molto al rialzo. Le imminenti delusioni sul fronte degli utili potrebbero rendere il mercato più prudente, con qualche correzione di minore entità. Suggeriamo di ridurre la posizione sul mercato statunitense a sottopesata.
Il Quantitative Easing della Banca Centrale Europea continuerà a favorire le azioni dell’Eurozona. Primo, i rendimenti bassissimi dovrebbero continuare a spingere gli investitori verso le azioni e lontano dalle obbligazioni, generando abbondanti flussi di capitale verso il mercato azionario locale. Secondo, come è avvenuto con il piano OMT nel 2012, il Quantitative Easing della BCE migliora il sentiment del mercato, riducendo quindi il premio per il rischio richiesto dagli investitori per investire in azioni. Terzo, l’indebolimento dell’euro, che entro fine anno raggiungerà probabilmente la parità col dollaro, dovrebbe incrementare gli utili per azione di 4 punti percentuali nel 2015. Quarto, la riduzione dell’indebitamento e l’andamento dei tassi di interesse dovrebbero tradursi in una riduzione del servizio del debito e in un aumento dei margini delle imprese. Le azioni dell’Area Euro sono diventate uno degli investimenti preferiti dagli investitori.
Le prospettive ci sembrano ancora negative per il mercato britannico in vista delle elezioni di Maggio che diffondono molta incertezza.
Il Giappone resta uno dei nostri favoriti. Le imprese stanno raccogliendo i frutti derivanti dalla svalutazione dello yen che si manifestano in un aumento degli utili. Hanno ristabilito i margini e stanno guadagnando quote di mercato, a favore della crescita dei ricavi. Prevediamo che la Banca del Giappone annuncerà nuove misure intorno a metà anno, quando sarà più chiaro l’esito delle trattative sui salari. Seguendo l’esempio del GPIF, molti investitori istituzionali alleggeriscono l’investimento in JGB a favore di strumenti più rischiosi, come le azioni locali, e dovrebbero continuare in questa direzione.
La posizione (sovrappesata) nei mercati emergenti in Asia dovrebbe continuare a dare risultati positivi rispetto alla posizione (sottopesata) in altri mercati emergenti. I fondamentali macroeconomici dei mercati emergenti in Asia restano positivi e gli incentivi monetari aumentano, soprattutto in Cina. Eppure occorre prudenza dopo le performance eccezionali del mercato cinese nell’ultimo anno. Oggi il mercato A-shares scambia intorno o oltre il multiplo di 20x e appare semplicemente costoso. Una correzione dovrebbe offrire una tregua auspicabile.
Rischi
– La volatilità dei mercati finanziari si riversa sulle economie reali, incidendo sulle prospettive di crescita globale
– Attacchi terroristici su scala globale, instabilità in Medio Oriente
– Instabilità politica in Europa
o La Grecia decide di uscire dall’Unione
o a seguito dei voti per l’indipendenza
o divergenza fiscale nell’Area Euro.
– Le forze deflazionistiche prevalgono nell’Eurozona con possibili ripercussioni in altre regioni.
– “Exit strategy” mal congeniate da parte delle grandi banche centrali.

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