Btp e rischio contagio: la Grecia a oggi non spaventa

A cura di Armando Carcaterra, Direttore Investimenti di Anima Sgr
Se la questione greca sta comportando un po’ di nervosismo generalizzato sui mercati, per quanto riguarda i titoli governativi dei Paesi Periferici, la volatilità sulla parte a lunga si deve alla concomitanza di più fattori endogeni (posizionamento, elevato flusso di nuove emissioni dato che i governi europei stanno approfittando dei tassi bassi, errori di stima sugli acquisti della Bce ecc.). La parte a breve, invece, resta “ancorata” agli interventi della Bce. In questi ultimi giorni si riscontrano prese di profitto sui trade più profittevoli da inizio anno (Periferia, azionario euro/dollaro), ma in generale i mercati al momento guardano all’evoluzione della situazione greca come a un problema più locale e di tipo politico. In merito ai titoli governativi, all’interno dei portafogli dei nostri fondi obbligazionari, restiamo concentrati sulla Periferia, ma con i tassi di interesse fermi ai minimi storici rimaniamo convinti che anche per i titoli di stato italiani le opportunità più interessanti si trovino nei Btp legati all’inflazione (inflation linked), oltre che fra le scadenze a medio lungo termine (la preferenza è per la curva 5-15 anni) .
Corporate bond e high yield: l’investimento beneficia dell’ “era glaciale” dei tassi. Confermiamo la nostra visione costruttiva sugli high yield in termini di rischio/rendimento e in generale sulle obbligazioni societarie – con una preferenza per il rischio credito rispetto al rischio tasso – in quanto stanno beneficiando sia della liquidità messa a disposizione dalla Bce, sia di quella che è stata soprannominata “l’era glaciale” dei tassi sotto zero e della conseguente ricerca di extra-rendimento, a fronte dei bassi e spesso negativi ritorni dei titoli governativi. In generale, i portafogli corporate di Anima presentano un sottopeso di duration, in un contesto di sempre maggior diversificazione, e un sovrappeso di beta; si preferisce ancora avere emissioni con rendimenti più elevati, ma su orizzonti temporali ravvicinati o con un grado di seniority inferiore, a scapito di emissioni di migliore qualità ma con scadenza più lontana. I fondi corporate non hanno comunque modificato l’esposizione al mercato nel corso dell’ultimo mese; resta ferma l’idea che gli spread non siano particolarmente attraenti in relazione alla fase del ciclo economico.
In termini di allocazione settoriale si conferma una marginale preferenza per utility, industriali e telefonici; le emissioni finanziarie, pur in sovrappeso, sono state ridotte. Per quanto riguarda le obbligazioni high yield il I trimestre si è concluso con una robusta performance accompagnata da un buon livello di offerta che è stata ben assorbita dal mercato; in particolar modo le obbligazioni a basso livello di rating tipo Single B e CCC hanno contribuito in modo significativo al movimento. Riteniamo che in alcuni settori le valutazioni siano ancora interessanti e che da un punto di vista tecnico il mercato possa rimanere sostenuto dalla forte domanda di rendimento che spinge gli investitori verso livelli di rating più bassi. La chiusura della stagione degli utili sarà comunque un punto chiave per la tenuta del settore nel suo complesso.

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