Il buon senso deve prevalere

A cura di Daniele Bernardi, Ad Diaman Scf
Prima di scrivere questo articolo ho voluto analizzare bene i dati, per evitare di scrivere qualche inesattezza vista la delicatezza dell’argomento. Nell’ultimo mese abbiamo assistito al primo segnale di quello che avverrà nei prossimi mesi o anni sul mercato obbligazionario. E’ bastato che il Bund passasse da 160 a 152 circa per scatenare un terremoto che ha innescato un allargamento degli spread che ha colpito soprattutto chi aveva puntato sulle duration di portafoglio molto lunghe.
Personalmente conosco amici che nella gestione delle proprie tesorerie bancarie hanno subito purtroppo grosse perdite a causa di portafogli oltre i dieci anni di maturity, ovvero la scadenza delle obbligazioni era oltre il 2025. Come biasimarli, ormai i rendimenti erano praticamente spariti, con i titoli tedeschi con scadenza nel 2018 a rendimenti negativi, o si puntava sul rischio tassi, allungando appunto la duration, oppure si puntava sul rischio credito, dovendo però comprare titoli corporate complicati da analizzare e da gestire.
Il problema è capire se tale piccola scossa di assestamento è il preludio ad un terremoto molto grande oppure è una semplice correzione di valori non sostenibili. Partendo dal presupposto che la sfera di cristallo non la possiede nessuno, credo che oggi più che mai sia necessario ragionare con il buon senso, per evitare danni che potrebbero rivelarsi drammatici.
Non voglio fare il catastrofista, io sono un ottimista di natura, altrimenti non sarei dove sono ora e non avrei fatto innovazione prendendomi dei rischi imprenditoriali non indifferenti, però oggi guardando il mercato le possibilità di up-side (o crescita senza voler fare gli inglesi a tutti i costi) sono quasi nulle, mentre le possibilità di perdita (o downside per chi ama gli inglesismi) sono elevatissime e ampissime nel danno potenziale.
Non sono macroeconomista e non voglio fare previsioni, ma il ribasso dell’euro sul dollaro in questi mesi sta innescando meccanismi che porteranno inevitabilmente a rialzi, seppur controllati, dell’inflazione e quindi anche dei tassi attuali che sono a zero, quindi è probabile che assisteremo ad altri periodi di rialzo dei tassi, che corrisponde a ribasso dei prezzi delle obbligazioni, che se gestiti bene sono opportunità per migliorare i rendimenti attesi futuri.
Per essere utile ai miei lettori, che ringrazio per la fedeltà nella lettura dei miei pensieri settimana dopo settimana, ho analizzato dei parametri per capire se ci fossero delle correlazioni interessanti per stimare l’ampiezza delle perdite (drawdown) dei fondi in base alle proprie caratteristiche quantitative.
Per prima cosa ho preso un universo investibile di oltre 1000 fondi obbligazionari (eliminando gli emerging market e quelli particolari come i convertible bond) e ho analizzato come si sono comportati in questa fase di perdita di valore:
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