Se Grexit dev’essere, che sia subito

Altro giro, altra corsa, altro vertice, altro accordo. Forse. ormai per la Grecia non si può certo parlare di certezze e tantomeno di paletti e termini ultimi tutti, o quasi, puntualmente rimandati ad altri incontri.

Un altro incontro… a Riga Per questo la notizia che il prossimo meeting di Riga che vedrà anche il faccia a faccia tra il cancelliere tedesco Angela Merkel e il premier greco Alexis Tsipras risalta più che altro per via dell’euforia generale presente oggi sulle borse dettata dalla presenza rassicurante di una Bce pronta ad incrementare il suo Qu non solo durante la bella stagione, ma anche oltre quel settembre 2016 termine teoricamente ultimo, previa raggiungimento di quel livello di inflazione fissato al 2%.
In realtà quello di Riga sarebbe un vertice tra ii leader dell’Unione europea i colleghi dell’Europa orientale, ma sarà senza dubbio un’occasione interessante anche se non decisiva.

Non tutti sono ottimisti Intanto, come spesso accade per Atene, l’ottimismo non è condiviso da tutti. In particolare da Komal Sri-Kumar di Sri-Kumar Global Strategies secondo cui tutto ciò che si sta facendo non è altro che una serie di provvedimenti che servono per prolungare quella che è a tutti gli effetti un’agonia. Agonia che si riflette non solo nelle tensioni dei mercati, sempre sotto lo scacco dell’incertezza, ma anche sulla credibilità dell’intero sistema euro, oltre che nela stagnazione anche economica del Continente, zavorrato da una realtà che non riesce a trovare una sintonia con il resto dell’Unione.

Unione a sua volta tutt’altro che unita. A dimostrarlo il fatto che la Grecia proprio la settimana scorsa è arrivata a pagare uno dei suoi debiti con il Fondo Monetario Internazionale con soldi in mano allo stesso Fondo. In altre parole la conferma che ormai nulla è rimasto nelle casse del governo ateniese, nemmeno l’ottimismo che solo il ministro delle Finanze greco continua ad ostentare. L’unica cosa certa è che la Grecia non può più reggere: l’unica cosa che resta da sapere è il come. E, forse, il quando.

Per questo motivo, secondo Sri-Kumar non c’è altro da fare che rassegnarsi al default. Prima avviene e meglio sarà per tutti. nel caso in cui l’Europa decida di dare altri soldi ad Atene salvandola dal defaul, ciò che non avverrà ad agosto, capiterà a dicembre. Si tratta solo di rimandare.

Leggermente diverso, invece, il punto di vista del premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz, secondo cui, nel caso di uscita della Grecia dall’euro si rischierebbe un effetto contagio. ma i pericolo è anche più grave di quanto si pensi: se da una parte, secondo il premio Nobel, è giusto che Varoufakis non conceda troppo su riforme economiche e sociali inaccettabili, è anche vero che è necessario trovare un accordo.
Come? a cambiare il piano, infatti, non dovrà essere Atene, ma Berlino. E da questo punto di vista, l’incontro di Riga, forse, potrebbe essere anche più importante di quanto non si creda.

a cura di Trend Online

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