ITForum 2015: i risultati del sondaggio tra i partecipanti

Nei primi mesi del 2015 l’operatività è stata concentrata, soprattutto, su azioni italiani (59% del campione), Etf (32%, aumentato di 7 punti percentuali rispetto allo scorso anno), titoli di Stato ed obbligazioni (30%),valute, azioni estere (+5 punti percentuali) e fondi. E’ quanto emerge dal sondaggio condotto da Anna Ponziani su un campione di su 840 persone che hanno partecipato all’ITForum di Rimini.

Nel dettaglio, il profilo socio-demografico è così composto: decisa maggioranza maschile (gli uomini sono in media il 93%, come nel 2014), livello di scolarità alto. Nel 53% dei casi l’età è compresa tra i 35 ed i 54 anni (era il 58% lo scorso anno). Inoltre, il campione è composto per buona parte da persone che possono disporre del proprio tempo e sono quindi in grado di seguire i propri investimenti durante l’apertura di Borsa: liberi professionisti, lavoratori autonomi, commercianti, pensionati, i trader costituiscono infatti più del 48% del campione.

Il campione è poi composto da persone molto interessate al trading: il 44% si considera “investitore attivo o molto attivo”, il 40% si dichiara “trader di fatto” o “potenziale” e solo il 6% si auto-definisce “scalper”. Gli investitori “occasionali” sono solo il 10%. In coerenza con l’operatività, più orientata al medio-lungo termine, aumenta di 10 punti percentuali la quota di quanti ritengono di essere più investitori che trader. L’anzianità nel trading online è alta: il 66% del campione è attivo sui mercati finanziari da più di 7 anni.

La distribuzione per profilo di operatività non è molto differente da quella dello scorso anno:
-L’83% del campione è stato attivo con almeno 1 operazione e-trading.
– Tra questi, il 44% ha effettuato meno di 33 eseguiti, il 38% tra i 33 ed i 200 eseguiti, mentre il 18%, con più di 200 operazioni in un trimestre è investitore molto attivo o trader.

Più della metà (58%) di quanti sono stati attivi nell’ultimo trimestre, dedica al trading almeno un’ora al giorno (era il 57% lo scorso anno). L’incidenza è maggiore tra chi effettua più di 200 eseguiti. Il numero di operazioni effettuato in media da ciascuna persona del campione nei primi tre mesi del 2015 varia in relazione ai diversi mercati. Agli estremi troviamo:
-derivati, opzioni e certificates: in media ogni partecipante ha effettuato 100 operazioni;
-ETF, fondi e fondi di fondi: in media meno di 20 operazioni.

Le valutazioni di analisi tecnica e fondamentale costituiscono il criterio guida per tutti (ed ancor più per chi è molto attivo), seguito dalle valutazioni personali di analisi fondamentale. Molti si basano anche su una sorta di “intuito”. Il 78% del campione dichiara risultati positivi nei primi mesi del 2015, 10 punti percentuali in più rispetto al 2014. Simile l’incidenza di quanti hanno dichiarato guadagni netti nell’arco di 12 mesi. Trader ed investitori molto attivi, abituati a registrare con attenzione risultati e costi reali delle operazioni, dichiarano guadagni con la stessa incidenza del campione.

La Tobin tax è stata «assorbita»: ha avuto impatti sull’operatività in meno del 40% del campione, meno dello scorso anno. Un terzo di chi dichiara di aver ridotto l’operatività l’ha fatto in misura inferiore al 15%. Simile risultato tra i trader più attivi (quelli con più di 200 operazioni al trimestre), il 18% dei quali opera solo su mercati esteri.

Il campione ITF gestisce i propri risparmi soprattutto online e, spesso, anche tramite smart-phone. Questi strumenti sono usati, nella media, più per accedere ad informazioni e news che per operare online.
Aumenta decisamente l’uso tra chi effettua più di 200 operazioni e-trading nel trimestre: il 43% dichiara di comprare e vendere titoli tramite smart phone, il 34% di disporre operazioni e-banking e il 44% di consultare notizie e quotazioni.

Gli intermediari con cui i partecipanti hanno il conto sono soprattutto banche e banche con canali specializzati nel trading. Tra chi è molto attivo è maggiore il ricorso a SIM e banche specializzate nel trading. Per le operazioni e-trading il campione si orienta verso intermediari con un’offerta «dedicata»: il 49% usa banche con canali specializzati, il 18% SIM italiane e il 17% SIM estere. La soddisfazione dei clienti di banche/canali online è sempre alta. Il 65% del campione ITF è soddisfatto o molto soddisfatto della banca o SIM con cui opera sui mercati finanziari. La fedeltà nell’e-banking e nell’e-trading resta, da anni, molto alta, superiore a quella rilevata nell’utilizzo dei canali tradizionali. La soddisfazione nei confronti delle SIM e degli intermediari italiani ed esteri con piattaforme specializzate nell’e-trading è maggiore. Ragioni che inducono a cambiare intermediario sono sempre il pricing eccessivo, e/o una piattaforma o un servizio di customer care non adeguati Piattaforma, didattica e corsi, segnali operativi, sono anche i fattori che i clienti vorrebbero ulteriormente potenziati dagli intermediari. Importante segnalare la richiesta di maggior didattica e di corsi anche da parte di chi è molto attivo nel trading.

L’e-trading è, da anni, un mercato ben definito. Forse non è in visibile crescita, ma mantiene una sua stabilità. L’84% del campione ITF (ma il 90% di chi è molto attivo nel trading) intende continuare a fare trading, indipendentemente da come andranno i mercati. In entrambi i casi, la quota è aumentata. Chi fa trading, per continuare a farlo, vuole imparare ad usare gli strumenti ed i prodotti opportuni e diventare più bravo.

Nei prossimi mesi i partecipanti ITF continueranno a comprare e vendere titoli sui mercati che già ora conoscono: azioni, ETF, obbligazioni, valute e fondi. Chi fa più di 200 eseguiti al trimestre si orienterà verso azioni (54%), derivati (43%), valute (39%) ed ETF (33%). Poco interessati, invece, ad acquisto e vendita di fondi (9%).

Sondaggio Itf

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