JB Health Innovation Fund: immunologia oncologica la nuova arma contro il cancro?

a cura di Roberto Cominotto e Christophe Eggmann, gestori del fondo JB Health Innovation Fund

Secondo la rivista Forbes, l’immunoterapia oncologica è il nuovo e più promettente campo di ricerca biofarmaceutica, per Goldman Sachs è una delle tecnologie più rivoluzionarie e la prestigiosa Science nel 2013 le ha attribuito il premio della scoperta dell’anno. L’ambito delle terapie contro il cancro comprende una nuova classe di farmaci che utilizzano il sistema immunitario dell’uomo per individuare ed eliminare le cellule tumorali. Alla base di questa tecnologia c’è la scoperta, negli anni Settanta, degli anticorpi monoclonali e la capacità di identificare nello specifico le cellule tumorali e poterle così “soffocare”. I farmaci Rituxan e Herceptin sviluppati da Roche sono stati tra i primi anticorpi monoclonali ad ottenere l’approvazione delle autorità sanitarie alla fine degli anni Novanta, ma il rischio di ritorno del cancro a seguito della terapia resta a tutt’oggi un problema serio.

Le scoperte più recenti hanno permesso di capire come i tumori riescano ad aggirare il nostro sistema immunitario e ne è scaturita una nuova ondata di innovazione. In poche parole, oggi sappiamo che le cellule tumorali riescono astutamente a “silenziare” il sistema immunitario attorno a loro sabotandone i punti di controllo ed altri meccanismi regolatori. Da questa scoperta sono scaturite due grandi aree di ricerca: la prima blocca i sistemi di depressione che le cellule tumorali impiegano per “silenziare” il sistema immunitario, la seconda stimola il sistema immunitario ad evitare l’inganno disposto dalle cellule tumorali. Detto più semplicemente, o si tolgono i freni o si spinge sull’acceleratore del nostro sistema immunitario per eliminare il tumore.

Ma perché questa tecnologia è così eccezionale? Gli ultimi dati clinici rilevano una caratteristica totalmente nuova rispetto ai trattamenti precedenti: una capacità adattativa anti-cancro. È come se si colpisse un bersaglio in movimento scoccando una freccia capace di cambiare direzione durante il volo. Ogni singolo tumore può evolvere nel tempo e trasformarsi e in tal modo sfuggire ai trattamenti. Le moderne immunoterapie hanno invece mostrato un tasso di sopravvivenza senza progressione del male mai registrato in precedenza (PFS, Progression-Free Survival). I risultati sono cosi promettenti che molti test sono stati sospesi prima del termine programmato ed è stato velocizzato il processo di approvazione da parte della FDA. In altre parole, il sistema immunitario memorizza e continua a debellare il cancro anche a seguito della conclusione del trattamento terapeutico. Il cancro potrebbe potenzialmente acquisire lo stato di una malattia cronica gestita dal nostro stesso corpo.

Le terapie di prima generazione sono quelle basate su inibitori di punti di controllo immunitari in melanomi e tumori polmonari. Gli analisti prevedono vendite potenziali pari a sette miliardi di dollari per i farmaci Yervoy e Opdivo sviluppati da Bristol-Myers Squibb e il Keytruda della Merck. Anche altre tecnologie come le terapie con cellule T nei tumori del sangue fanno intravedere risultati promettenti, area cruciale dove si concentrano Kite Pharma e Juno Therapeutics. Un’altra strada è l’ingegnerizzazione della cellula T con recettori chimerici per l’antigene (CAR, Chimeric Antigen Receptor) dove una cellula T del nostro corpo viene geneticamente riprogrammata per riconoscere cellule tumorali. Altre immunoterapie includono l’uso di anticorpi bispecifici per legare due antigeni (una cellula immunitaria con una tumorale) così come l’uso di batteri e virus oncolitici per stimolare il sistema immunitario ad attaccare il cancro. Nel prossimo futuro, con le informazioni sulla combinazione di terapie con differenti tecnologie e tipi di cancro, si prevedono miglioramenti nella sopravvivenza e la prosecuzione dello sviluppo di questi tipi di trattamenti.

Sulla scorta di queste promettenti aspettative il mercato ha recentemente conosciuto una fase movimentata di nuove IPO e di contratti di licenza con cui le grandi case farmaceutiche si assicurano le terapie target. L’entusiasmo tra gli investitori è grande, e se da una parte ne condividiamo l’ottimismo, dall’altra riteniamo che molto debba ancora essere dimostrato con lo sviluppo della ricerca nelle fasi successive all’attuale, ancora iniziale.

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